Lollo Palmiro
di Marco Travaglio
Potevamo stupirvi con Giorgetti che, poverino, ha il “mal di pancia” perché “col Superbonus hanno mangiato tutti e noi paghiamo il conto” e non s’è accorto di essere ministro da due anni e mezzo in due governi che hanno cambiato le regole una quindicina di volte ma non hanno mai abolito la misura, anche perché la Lega aveva promesso di estenderla per “mangiarci” ancor di più, quindi non si capisce chi sarebbero quei “noi” che “paghiamo il conto”. Potevamo stupirvi con lo Statista di Rignano che si candida in Europa “col brand Il Centro”: non con un partito (li ha distrutti tutti, almeno i suoi) o una lista, ma col famoso brand che crea un’atmosfera come il Vecchia Romagna etichetta nera, dimenticando che un senatore non può essere eurodeputato e un eurodeputato non può farsi pagare da bin Salman, ma tanto il problema neppure si porrà. Potevamo stupirvi con Amato, che sta perdendo la memoria breve (s’è scordato di avere 85 anni) e sviluppando quella lunga (s’è ricordato di sapere qualcosa di Ustica, ma non ha ancora ben chiaro cosa e soprattutto perché). Invece no. Ci tocca tornare sul nostro adorato Francesco Lollobrigida detto Gino, che respinge sdegnato l’accusa di familismo col decisivo argomento che lo praticano pure gli altri: “Non mi pare si sia detto nulla su coppie come Togliatti e Iotti, o più recentemente Franceschini e la compagna, Fratoianni e la moglie, o Fassino e la sua”. A parte il fatto che quelle coppie non hanno mai cumulato le cariche di ministro e capo-segreteria del partito, nessuno dei suddetti era stato nominato dal premier in qualità di cognato e sorella. Ammesso che Lollo sia il nuovo Togliatti (non a caso “il Migliore”) e Arianna la nuova Iotti, chi sarebbe Giorgia?
Però LolloPalmiro ce la sta mettendo tutta per scrollarsi di dosso la taccia di raccomandato delle sorelle Meloni: sta scivolando verso l’opposizione con una tecnica infallibile di riposizionamento progressivo, impercettibile a occhio umano (la stessa adottata da Giambruno, l’altro franco tiratore di famiglia, che però s’è fatto subito sgamare e ora gira con la museruola): sparare una minchiata quotidiana per rosicchiare alla premier-cognata un pezzettino di consenso al giorno. Se lo lasciano fare, capace che fra qualche anno ce lo troviamo segretario del Pd: in dieci mesi ha fatto più danni alla destra lui che il centrosinistra in vent’anni. Nell’attesa, Giorgia dovrebbe leggersi La Napoli di Bellavista, l’antologia delle migliori foto di Luciano De Crescenzo. La più famosa ritrae un mendicante sdraiato sulle scale di un vicolo che porta ancora i segni della passata agiatezza: Borsalino sul capo, cappotto e scarpe di buon taglio. Il cartello accanto al piattino recita: “Ridotto in questo stato dal cognato”.
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