sabato 23 settembre 2023

Travaglio

 

Lo difenderemo noi
di Marco Travaglio
Ora che tutti gli articoli sull’Ucraina sembrano scritti da Orsini senza che nessuno gli chieda scusa o gli versi almeno la Siae (anzi, dicono pure che non ci azzecca mai, mentre lo copiano con 18 mesi di ritardo), dobbiamo prepararci a difendere Zelensky dal cinico tradimento dei presunti amici: le cosiddette democrazie occidentali, che l’hanno illuso di armarlo e finanziarlo in saecula saeculorum fino all’ineluttabile vittoria finale (contro la Russia e le sue 7 mila testate atomiche), hanno usato il suo popolo come carne da macello nell’ennesima guerra per procura e ora lo scaricano un po’ per volta, giorno dopo giorno, per non dare troppo nell’occhio. Di questo passo, al pover’uomo non resteremo che noi “putiniani”, come ci raffigurava la propaganda atlantista perché scrivevamo ciò che tutti sapevano e vedevano, ma nessuno diceva. Se le ultime sfilate internazionali del presidente ucraino sono state imbarazzanti, non è stata colpa sua (lui è sempre lo stesso), bensì degli “alleati” che l’hanno esposto a figuracce cosmiche.
I membri del G20 a Nuova Delhi gli hanno fatto fare la solita passerella, poi hanno censurato “l’uso della forza” in Ucraina senza neppure citare la Russia. All’Onu, mentre lui tuonava, la Polonia – il Paese più antirusso e più armato della Nato antirussa – annunciava lo stop alle forniture militari, un po’ per le elezioni imminenti (chi arma Kiev perde persino lì), un po’ per la guerra del grano. A Washington gli hanno lasciato chiedere di parlare al Congresso (ci era riuscito persino B.), per poi farlo liquidare dallo speaker della Camera Kevin McCarty con parole sprezzanti: “Non abbiamo tempo, dobbiamo discutere il bilancio”. Che non contempla le nuove armi per 24 miliardi promesse da Biden e bocciate dai Repubblicani fino al 2024 (quando, con la campagna elettorale, l’Ucraina passerà di moda, dopodiché potrebbe tornare Trump e chiudere definitivamente il rubinetto). Lo stesso Biden, peraltro, ha glissato sui tempi d’invio dei supermissili Atacms (per gli F-16, campa cavallo: bisogna prima addestrare i piloti). Tant’è che per la prima volta Zelensky ha pronunciato la parola “sconfitta”: “Se non ci armate ancora, perdiamo la guerra”. In realtà, com’era prevedibile dall’inizio e tantopiù col fallimento della controffensiva, Kiev la guerra la sta già perdendo: c’è persino chi teme una contro-controffensiva russa da Nord, dove Putin ha pronte nuove truppe al confine. Chissà se, con tutte le carte in tavola, qualcuno dei nostri scemi di guerra capirà ciò che è sempre stato lampante. Chi si batte per un cessate il fuoco e un compromesso territoriale lo fa per il bene dell’Ucraina, non della Russia: i veri putiniani sono gli atlantisti.

Nessun commento:

Posta un commento