martedì 12 settembre 2023

Analisi

 

Che bell’alleato
di Marco Travaglio
Ogni volta che apre bocca il consigliere-portavoce di Zelensky, l’ex giornalista Mychajlo Podoljak, già fedelissimo del presidente filo-russo Yanukovich e poi del filo-Usa Poroshenko, già nemico del partito zelenskiano (“Servitore del Popolo è un altro raduno di cinici piccoli e arroganti”) e poi amicissimo, già capo-delegazione ai negoziati di pace coi russi di marzo-aprile 2022 e poi fiero avversario di ogni negoziato coi russi, molto vicino ai servizi ucraini e non solo, si capisce perché gli oligarchi di Kiev e i loro mandanti d’oltreoceano hanno scelto l’ex comico come frontman. E s’intuisce che potrebbe accadere quando Biden, per nobili ragioni elettorali, decreterà il “tutti a casa”. Prima di dichiarare guerra al Papa e all’Onu, questo nazistello s’era segnalato per un’escalation di deliri che gli “atlantisti” han sempre finto di non sentire, autorizzandolo ad alzare vieppiù il tiro e la posta.
Il 30.9.2022 interferisce nelle trattative del governo Meloni dicendo a Repubblica: “In Italia i partiti filo-Putin hanno preso soldi dal Cremlino. Possediamo elementi su chi è stato finanziato e con quanto, ma non possiamo fare nomi. Non vogliamo interferire”. Non sarebbe da lui. L’8.10 un Tir-bomba fa esplodere il ponte di Kerch in Crimea (tre morti) e lui rivendica l’attentato: “Il ponte è l’inizio: tutto ciò che è illegale dev’essere distrutto”. Poi fa retromarcia: “Il camion è arrivato dalla Russia. Chiaro chi ha causato l’esplosione”. Verrà smentito prima dagli Usa, poi dai suoi. Il Nobel per la Pace, oltreché al Centro Libertà Civili ucraino, va a un dissidente bielorusso anti-Lukashenko e a un’Ong russa anti-Putin; lui insorge: “Premiano i rappresentanti di un Paese aggredito e dei due Paesi aggressori”. Il 20.10, due giorni prima che nasca il governo Meloni, elogia la premier e insulta B. (“è sotto effetto della vodka russa”). L’8.11 la Casa Bianca svela negoziati con Mosca “per scongiurare una catastrofe nucleare” e lui la zittisce: “Parlare di negoziati non ha senso”. Il 15.11 un missile caduto in Polonia uccide due persone: lui parla di “lanci deliberatamente pianificati dalla Russia e mascherati da errori” e chiede l’intervento delle truppe Nato; peccato che il missile sia ucraino. Il 19.12 dà dell’asino a Kissinger: “Non ha capito la natura della guerra. Un sacrificio territoriale in cambio di garanzie di non aggressione sarebbe un accordo col diavolo”. Il 27.12 insulta il cancelliere Scholz che sta armando Kiev: “È ora che smettiate di tremare dinanzi a Putin”. Ora dice che il Papa “è filo-russo e non può essere mediatore”, accusa il Vaticano di farsi finanziare da Putin e insulta pure il segretario generale dell’Onu. Un giorno qualcuno dovrà spiegare come il “mondo libero” abbia potuto consegnarsi mani e piedi a simili figuri.

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