sabato 10 giugno 2023

Magistrale

 

Può sembrare antipatica, anzi a molti sta letteralmente sulle palle, ma questa analisi, per certi aspetti incredibile, sul dott Foti recentemente scagionato dalle infamanti accuse del caso Bibbiano, apre un'immensa spelonca dubitativa, descrivendo un bosco apparentemente impenetrabile, molto pericoloso. Magistrale Selvaggia! 

I “mostri” di Rignano Flaminio alla gogna del “garantista” Foti

2007 - L’asilo e i falsi abusi su 21 bimbi. In sei, tra cui 3 maestre e una bidella, furono arrestati per reati orribili grazie alla consulenza del prof che non si è mai scusato

di Selvaggia Lucarelli 
“Boss degli affidi, lupo di Bibbiano. Mi chiamavano così, ma si rende conto?”. “Sono sopravvissuto alla gogna”. “Mi hanno accusato anche di essermi travestito da lupo”. Claudio Foti ha commentato così la sua assoluzione in Appello nel processo di Bibbiano. Peccato che questo suo afflato garantista non abbia ispirato anche la sua attività di consulente in alcuni famosi processi conclusi con le assoluzioni degli imputati. Penso ai disgraziati imputati nel drammatico processo per abusi sessuali e stupro di gruppo nell’asilo di Rignano Flaminio i quali, per usare le stesse parole che Foti spende per se stesso, conobbero la gogna, vennero chiamati orchi e pedofili, furono accusati di essersi travestiti da diavoli e conigli neri. Erano tre maestre, una bidella, il marito di una delle maestre e un benzinaio, persone perbene che da un giorno all’altro si ritrovarono accusate dei reati più orribili. Vediamo dunque quanto Claudio Foti applicò l’invocato garantismo nel suo ruolo di consulente del pubblico ministero a Rignano, tenendo conto del fatto che le sue perizie erano determinanti nel rafforzamento o nell’indebolimento delle convinzioni dell’accusa. Premessa: i consulenti non devono stabilire se un abuso sia avvenuto o no, ma se i sintomi che manifesta un bambino siano compatibili con l’abuso. Lascio a voi giudicare se queste perizie travalicassero pericolosamente il loro compito. Ecco il titolo dato da Claudio Foti (e dagli altri due consulenti che lo affiancarono) al paragrafo sull’esame di uno dei bambini: “I segni conclamati di un trauma devastante”. Un titolo prudente, non giudicante. Tra i segni conclamati degli abusi individuati da Foti e dagli altri due consulenti c’è la modalità di gioco del bambino il quale fa la lotta con dei coccodrilli di plastica. L’interpretazione garantista è: “Quando gli viene fatto notare che il coccodrillo più piccolo è stato il più forte, il bambino C. dice: ‘Vediamo un po’ con questi come se la cava’. Nella battaglia che ne segue il coccodrillo piccolo ha la peggio e il coccodrillo grande risulta vincitore. C. dice: ‘Hanno vinto!’, precisando chiaramente che sono I GRANDI a essere più cattivi. Viene simbolizzata dunque chiaramente una situazione ludica che potrebbe essere evocativa dell’esperienza traumatica subita”. Dunque il bambino C. gioca con dei coccodrilli, prima vincono i piccoli, poi i grandi e secondo Foti e i suoi colleghi questo suggerirebbe il trauma. Altri passaggi della perizia garantista: il piccolo C. dice a una psicologa che la nonna ha una leggera afonia (“Lo sai che a nonna Gianna s’è levata la voce?”). Secondo Foti e colleghi, con quella domanda, il bambino agisce “spostando e proiettando su nonna Giulia la propria situazione psichica nella quale anch’egli non riesce a dar voce pienamente al resoconto sconvolgente della propria esistenza traumatica”. Un colpo della strega della nonna probabilmente sarebbe stato “proiezione del trauma paralizzante”. Anche i film d’animazione preferiti da C. sono chiari indizi dell’abuso: “C. racconta la storia di Spider-man 3 dove ci sono uno Spider-man cattivo e uno buono, soffermandosi sulla trasformazione di Spider-man nero in Venom (personaggio cattivo). Nei racconti fatti dai bambini ai genitori compaiono siringhe, droghe, travestimenti del tutto compatibili con scenari ritualistici messi in atto o teatralizzati da abusi sessuali organizzati o di gruppo”. Quindi per Foti e colleghi, tutti i bambini che in quel periodo citavano la trama di Spider-man 3 avevano potenzialmente partecipato a riti orgiastici? Ho fatto delle verifiche: i bambini amanti dell’Uomo-Ragno dovevano essere moltissimi nel 2007, anno in cui fu ascoltato il bambino C. e si svolsero i fatti di Rignano, poiché Spider-man 3 uscì proprio nel maggio di quello stesso anno, battendo tutti i record di incassi. Nell’anno successivo probabilmente C. avrebbe citato invece Kung Fu Panda, uscito nelle sale nel 2008. E in quella perizia, chissà, l’iniziale goffaggine del panda cicciottello sarebbe potuta diventare “la proiezione delle insicurezze del bambino nella sua realtà traumatizzata”.

C’è poi la perizia che riguarda la bambina S., di 4 anni. Una bambina timida, che pur non avendo mai rivelato alcun abuso viene descritta dai nostri periti garantisti come vittima di un “trauma rovinoso”. I pesanti indizi: “La bambina afferma di avere un segreto e subito dopo dice non so quale è il mio segreto. Fa comunque un’importante ammissione, affermando in modo spontaneo di avere un segreto che non può essere comunicato”. Quindi non può essere che per una bambina di 4 anni il segreto sia “Ho mangiato un cioccolatino di nascosto”, no, forse è un abuso. Un altro indizio pesante indicato nella perizia è un disegno: “Alla richiesta “Disegna una figura umana”, la bambina S. risponde “Io la faccio senza corpo”, evidenziando così sia una problematica relativa al corporeo (è il corpo che è stato violato) sia il suo bisogno di controllo (disegna solo la testa)”. Alla domanda: “Se avesse una bacchetta magica?” risponde che non farebbe niente e questo evidenzia mancanza di meccanismi riparativi, quindi un vissuto di impotenza”. Insomma, se la bambina non confessa, ci pensa il suo inconscio. O il suo disegno. La conclusione della perizia garantista è una sentenza feroce per gli imputati: “Esiste una forma di vittimizzazione dei bambini che configura un coinvolgimento in un abuso sessuale organizzato e di gruppo con aspetti sessuali e sadico-costrittivi”. Quindi gli abusi ci sono stati (ma il compito dei consulenti non doveva essere quello di esprimersi su eventuali compatibilità di sintomi con gli abusi e non di ricostruire l’accaduto?). Però poi bisogna spiegare perché i racconti siano pieni di reticenze, contraddizioni e fantasie, e quindi: “È illusorio pretendere che vittime tanto piccole, tanto provate non abbiano necessità di ricorrere a meccanismi di rimozione, negazione, dissociazione. È assurdo pretendere da loro che diano testimonianze lucide sugli eventi sconvolgenti subiti”. Che tradotto, vuol dire: se dicono cose assurde vanno creduti comunque. Quindi vale tutto, anche il falso può convalidare le accuse. E infine: “Che siano stati vittime di abusi ritualistici oppure finalizzati al traffico pedopornografico, un dato appare indiscutibile: (…) questi piccoli hanno subito perversione, sadismo e minaccia…”.

La perizia venne depositata il 20 settembre 2007 e per gli imputati fu un colpo durissimo. Il 2 aprile 2012, dopo un travagliato iter giudiziario, il pm Marco Mansi chiese 12 anni di reclusione per tutti gli imputati. Il 28 maggio 2012 furono tutti assolti dal Tribunale di Tivoli con la formula “perché il fatto non sussiste”. Non fu mai trovata una prova, le visite mediche sui bambini diedero sempre esito negativo, le intercettazioni furono un buco nell’acqua, ma gli imputati vissero sei anni di gogna e morte sociale. Ricordatevi di questa perizia, quando Claudio Foti parla di gogna e qualche giornalista di scuse a lui dovute. Perché lui “scusate” non l’ha mai detto.

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