La destra levigata
DI MICHELE SERRA
Si riparla di Gianni Letta, il più andreottiano tra i viventi, come “fiduciario della famiglia Berlusconi”. Credo che neppure il più ferrato (o efferato) tra i costituzionalisti riuscirebbe a dare una lettura “tecnica” di simile mansione. Ci sono i partiti, ci sono gli organismi dirigenti, ci sono i loro rappresentanti in Parlamento, diciamo che fin qui il fiduciario di famiglia non era una figura prevista da iter e protocolli.
Il lettore crederà, a questo punto, che io voglia oppormi a questa new entry nel panorama, già pittoresco, del gioco politico italiano. Ma no, al contrario: ne sono entusiasta, e per almeno due motivi. Il primo: si chiarisce definitamente, direi ufficialmente, che Forza Italia è una delle tante proprietà personali di SB e dei suoi numerosi cari. Che a reggerne le sorti sia dunque un “fiduciario della famiglia”, come quando si deve stabilire come disporre dello chalet nel Vallese o del trilocale a Laigueglia senza far litigare gli eredi, è cosa saggia e utile.
Il secondo: all’ottantottenne Letta, nonostante una lunghissima carriera a stretto contatto di gomito con un personale politico non sempre presentabile alla mamma, va riconosciuto un aplomb impeccabile. Vuoi per educazione, vuoi per ipocrisia (il margine è a volte indefinito), non gli si è mai sentita dire, in tutti questi anni, qualcosa di triviale, o di offensivo, o di contundente. È levigato, sorridente, sempre in regola con il dress code anche quando non c’è alcun dress code.
In questa destra, che nella canottiera di Bossi, nella Bestia di Salvini, nei bonifici alle Olgettine, nei piscina-party con Lele Mora e negli svastica-party di qualche fedelissimo meloniano trova i suoi fondamenti antropologici, l’aplomb borghese di Gianni Letta è motivo di rassicurazione.
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