sabato 24 giugno 2023

Dal futuro


Dalle Cronache di Storia (edizione del 2045)

L’antipatia si materializzò in questo paese a cavallo del millennio in questo contenitore, che vediamo in foto, di uno snobismo esasperato, nel Bignami del “io so’ io e voi nun siete un caxxo!”; all’anagrafe risulta chiamarsi Garnero, ma nell’allocchismo imperante preferì tenere il cognome del primo marito, Santanchè, o meglio, Santa(de)chè; con un timbro di voce irritante persino un bonzo sotto morfina, questo compendio dell’inettitudine girovagò nei meandri della cosiddetta Casa delle Libertà, approdando nel 2020 nel regno dei Fasci Assopiti, diventando, contro ogni logica e dignità, ministro del Turismo, pur possedendo quote di uno stabilimento ad uso di riccastri nel viareggino. 
Nella tv di stato oramai assopita, al solito, ai voleri del potere di turno, una trasmissione ancora miracolosamente libera, Report, portò a galla le nefandezze amministrative della Garnero al tempo in cui stava preparandosi ai box per la successiva carriera ministeriale: un simposio di nefandezze, di fatturazioni, di fallimenti, di pagamenti bluff, di fatture mai saldate, da far impallidire Al Capone e Banda Bassotti. Garnero recalcitrò all’inverosimile, rifugiandosi dietro al “fateviicaxxivostri” molto di moda all’epoca del fascismo dormiente, ispirata da un ministro della Giustizia, tale Nordio, che stava alla legge come un defunto Puttaniere Maximo di quegli anni, all’onestà. In quel periodo nel governo vi era pure la presenza di un ministro tra i più imbelli della storia italiana, che fu insonorizzato e quasi narcotizzato da un modellino di ponte che mai fu realizzato, ma che a lui piaceva tanto, visto che ci giocava spasmodicamente. 
Come tutte le altre storie invereconde della nazione, la vicenda Garnero fu dimenticata molto presto dal popolo, distratto com’era da eventi mediatici propinati dal potere dell’epoca, tra cui spiccava “il Grande Fratello Vip”, una mercificazione insalubre, proteggente la casta dall’emersione dei loro misfatti.

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