domenica 21 maggio 2023

Number One!



Colpevoli del futuro 

di Marco Travaglio

Cinque giorni dopo l’alluvione in Romagna con i suoi morti e i suoi sfollati, siamo scettici sul fatto che le indagini aperte – peraltro doverosamente – dalla magistratura accerteranno responsabilità penali (il nesso causale fra la morte di Tizio o Caio e la norma X o la mancata norma Y è indimostrabile, come nelle stravaganti inchieste sul Covid). Ma abbiamo già tutti gli elementi per sapere che le responsabilità politiche sono tutte del centrosinistra e del centrodestra: non per le piogge, i terremoti, le frane e le altre catastrofi davvero “naturali”, ma per gli effetti mortali e distruttivi moltiplicati dalle loro politiche di cementificazione, a cui le destre hanno aggiunto i condoni edilizi. Lo scaricabarile al grido di “sono stati Bonaccini e Schlein”, “no è stato il governo Meloni” non è assurdo solo perché in una Regione e in una provincia così foderate di cemento neppure una giunta Greta o un governo Thunberg avrebbe evitato i morti e i disastri. Ma anche e soprattutto perché, a parte ogni tanto i 5Stelle, i Verdi e minuscole forze di sinistra, tutti i partiti condividono la stessa folle incultura dello “sviluppo” fine a se stesso per “crescere”, “fare Pil” e “consumare” (tutto, anche il suolo).
Perciò questa alluvione di parole, come se mancasse l’acqua sporca, suona vuota e falsa. Non esiste in Parlamento, e neppure nell’elettorato, una maggioranza in grado di fare l’unica cosa doverosa, cioè un decreto, necessario e urgente quant’altri mai, di un solo articolo: “È proibito consumare anche un millimetro quadrato di nuovo suolo. E tutte le norme comunali, regionali e nazionali che lo consentono sono abrogate”. Decreto seguìto da un altro che blocchi tutte le mega-opere inutili e investa nell’edilizia solo per smantellare costruzioni abbandonate e riqualificare quelle utilizzate anche sul piano ambientale ed energetico (vedi Superbonus). Un bel sogno, almeno finché la gente voterà per i vecchi partiti travestiti da nuovi ma sempre asserviti alle lobby del cemento. Anche un’ambientalista come Elly Schlein, ex vice di Bonaccini con delega al Clima, ha una coda di paglia lunga di qui a là e lancia supercazzole sui fondi del Pnrr da riconvertire contro il dissesto idrogeologico (ma i fondi nel Pnrr ci sono già, e anche in altre voci di spesa nazionali ed europee: è che non sappiamo spenderli). E la destra è ferma al negazionismo sui cambiamenti climatici e alle sparate contro il “partito del no” (come se gli ambientalisti avessero mai governato da qualche parte) e i giovani ecologisti esasperati che protestano a colpi di vernice lavabile (come se la febbre fosse colpa del termometro). No, il governo Meloni, i centristi-affaristi e il Pd non sono i responsabili di questa catastrofe, ma delle prossime.

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