martedì 9 maggio 2023

Marco e la stampa di palazzo

 

Lezioni di giornalismo
di Marco Travaglio
Il 4 maggio la vicedirettrice del Corriere Fiorenza Sarzanini ha impartito una lezione agli aspiranti giornalisti della Luiss (presenti) e al Fatto (contumace). Uno studente l’ha interpellata sul suo scoop a quattro mani con Monica Guerzoni del 5.6.’22, “Influencer e opinionisti. Ecco i putiniani d’Italia”, corredato da 9 foto segnaletiche delle quinte colonne di Putin, “materiale raccolto dai Servizi” per un’“indagine avviata dal Copasir” su 10 prof, giornalisti e parlamentari rei di “controinformazione” sulla guerra con “messaggi anti-governativi” e “filo-russi”: i reporter Bianchi e Vezzosi, l’economista Fazolo, lo scrittore Dinucci, il sociologo Orsini, il senatore ex 5S Petrocelli, il dentista Giordanengo, la giornalista russa Dubovikova, la blogger Ruggeri e il freelance Sacchetti (l’unico senza foto). E la sporca decina della Spectre putiniana, avvisano Sarzanini e Guerzoni, “è destinata a ingrossarsi”. Il presidente del Copasir, Urso, e il sottosegretario ai Servizi, Gabrielli, smentiscono. Poi, incalzato dal Fatto nel silenzio generale, Draghi desecreta il report del Dis a cui s’appiglia il Corriere. È una rassegna stampa con soli 3 dei 10 nomi messi alla gogna: Fazolo, Bianchi e Dubovikova. E senza uno straccio di condotte illecite o fake news, a parte le criminose “critiche all’operato del Presidente Draghi” (lesa draghità). Presa col sorcio in bocca, la Sarzanini rinvia l’ora della verità alla settimana dei tre giovedì: i 7 nomi in più sarebbero “emersi in questi mesi durante attività di monitoraggio di false notizie” in altri tre fantomatici report del Dis.
Ora, anziché scusarsi per aver inventato 7 nomi o creduto a qualche pataccaro e seppellirsi sottoterra per qualche anno, la signora Pulitzer addita agli incolpevoli allievi della scuola di giornalismo il vero colpevole della bufala: il Fatto che l’ha smascherata. “Noi – delira – siamo finiti sotto attacco del Fatto, che è un giornale piccolo e ha fatto della propaganda al contrario la sua cifra, perché altrimenti per la politica estera non l’avrebbe letto nessuno… Il Fatto ha preso questa indagine, che era sulla propaganda, per farne motivo di contrapposizione col Corriere. Per un settimana il Fatto diceva ‘Il Corriere, il Corriere, il Corriere…’. Loro hanno sposato quelle posizioni di propaganda, peraltro propagandando notizie spesso non vere, ma solo perché potevano diventare la voce antagonista del Corriere e quindi avere riscontro e incuriosire il lettore”. Poverina: qui l’unica notizia non vera è la sua. Quelle vere, tipo il rapporto Dia sui legami Graviano-B.-Dell’Utri nell’èra delle stragi o la staffetta della pace di domenica scorsa, le pubblica il Fatto e non il Corriere. Che, a furia di combattere la propaganda di Putin, ha cominciato a somigliargli e a fargli concorrenza sleale.

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