giovedì 11 maggio 2023

Marco e la finta

 

L’armicromista
di Marco Travaglio
È stato tutto un equivoco, uno scambio di vocali: nella famosa intervista a Vogue, Elly Schlein rivelava di farsi consigliare da un’“armicromista”, ma l’intervistatore ha capito “armocromista”. Infatti il colore unico della neosegretaria Pd è il verde militare. Lo dimostra non solo il suo voto favorevole al decreto Meloni sulle armi a Kiev (prima di vincere le primarie). Ma soprattutto quello della delegazione pidina al Parlamento europeo sulla proposta del commissario al Mercato Interno Thierry Breton per convertire con “procedura d’urgenza” i fondi europei dei Pnrr, dei programmi sociali e di coesione per fabbricare munizioni per l’Ucraina. La folle idea di togliere al welfare europeo per dare alle armi (Asap: Act in Support of Ammunition Production) è una joint venture fra Breton, che è il Crosetto di Macron (prima di diventare commissario europeo dirigeva vari colossi dell’industria militare), il gruppo Conservatore (presieduto dalla Meloni) e quello Popolare. Ma è stata approvata alla quasi unanimità, anche coi voti dei liberaldemocratici Ledr, dei socialisti Pse (che includono il Pd) e dei Verdi. Contraria solo la sinistra Gue-Ngl. Fra gli italiani, a parte Smeriglio, hanno votato contro solo i 5 Stelle. Risultato finale: 608 presenti, 518 Sì, 59 No e 31 astenuti.
La notizia è uscita solo sul Fatto e sul manifesto e gli europidini, presi col sorcio in bocca, si sono irritati, sproloquiando di “titolo del Fatto falso e fuorviante”, perché “gli eurodeputati Pd sono tutti compattamente contrari all’uso dei fondi del Pnrr per la produzione di armamenti”. Così compatti che, tranne Smeriglio, hanno votato compattamente Sì. Cade così anche l’ultima foglia di fico dell’armacromista Schlein, che nell’ultima piroetta post-primarie aveva detto sì alle armi a Kiev, ma no ad aumenti delle spese militari. Eccola nella conferenza stampa del 19 aprile, l’unica: “Allo scoppio del conflitto, quando sembrava necessario aiutare anche col supporto militare il popolo ucraino, avevo molte più perplessità sul legare il conflitto in Ucraina a un aumento delle spese militari in tutti i Paesi europei. Sono una federalista europea convinta e penso sia meglio avere una difesa comune. Non vuol dire che finché non c’è una condivisione vera delle competenze della difesa possiamo assistere a un aumento delle spese militari in tutti i Paesi europei”. Invece l’altroieri il Pd ha approvato proprio un aumento delle spese militari: subito 500 milioni in più, a cui i singoli Stati potranno aggiungere quanti fondi vorranno, anche distraendoli dai loro Pnrr. Elly Schlein e i suoi cantori ci sbomballano da due mesi con la retorica del “non ci hanno visti arrivare”. Ma, di questo passo, nessuno si accorgerà che sono arrivati.

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