martedì 30 maggio 2023

L'Amaca

 

Diteci tutto di zio Hohenzollern
DI MICHELE SERRA
Faccio i più affettuosi auguri al nuovo tag REALI, che si aggiunge ai tantissimi contenuti offerti dal sito di Repubblica. Conto di essere assente giustificato qualora mancassi, da lettore nonché da anziano collaboratore, a ogni singolo appuntamento della festosa rassegna di matrimoni e fidanzamenti di principi regnanti dell’intero pianeta, con ricca descrizione dei cerimoniali, dei vestiti, dei menù, delle acconciature, degli strascichi, degli anelli, dei diademi, delle corone; e della appassionante trama di parentele tra royal families di ogni latitudine; e come erano vestiti la cugina Wilma, il cognato Cirillo, lo zio Hohenzollern.
Il problema (mio eh, per carità, non voglio generalizzare) è che a un’antica indifferenza si è sommata, lungo gli anni, una nuova insofferenza ai troppi ghingheri, troppi privilegi, troppi inchini. Per quanto la mitezza mi pervada, inesorabile, fin dall’infanzia, al decimo resoconto di come si è inchinata la valletta, e quali fiorellini reggeva tra le candide dita, mi viene voglia di leggere una biografia di Gaetano Bresci, ammesso che ancora si sappia, nel terzo millennio, chi fu costui.
Anzi no, ripensandoci, scusate: facciamo conto che Bresci non sia mai esistito, altrimenti il rischio è che su qualche giornale ci si domandi come era vestito, l’anarchico regicida, quando sparò al Savoia. Potrebbe nascerne una “tendenza Bresci”, con influencer devoti e relativo dibattito social, con moltitudini che si scannano sul quesito: era più elegante Bresci con la pistola o la sua vittima con la sciabola? Poi ci sarebbe la politica: ma chi se ne frega, suvvia, della politica. Diteci come si pettinano le principesse, il resto è appena una parentesi.

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