giovedì 4 maggio 2023

Dal giornale Salam

 


Oggi secondo giorno di nuova direzione del Riformista che ci offre all'interno, la difesa a spada tratta dell'Omone ministro della Difesa e di Leonardo, con la solita nenia, vedasi acciaierie di Taranto. I posti di lavoro possono quindi giustificare un'azienda che costruisce armi, per così dire, tecnologicamente all'avanguardia? 

E' questa la strada maestra? Costruire armi sofisticate? 

E ancora: è sbagliato definire le armi, come ha fatto il fisico Rovelli, "strumenti di morte?"

Ci dice l'articolo che il comparto Leonardo supporta per 5 miliardi il fisco italiano, che lo stesso rappresenta il 23% di tutta l'industria ad alta densità tecnologica; che l'Europa aiuta solo per un 19% l'Ucraina; che è giusto quindi fabbricare munizioni a più non posso; che ci sono migliaia di posti di lavoro in ballo. 

E allora dobbiamo uniformarci all'idea di continuare nel produrre ed esportare armi sofisticate, dove non capirò mai, cosa s'intenda definire uno strumento di morte all'avanguardia, ovvero: uccide meglio? Fa meno male? Provoca più danni? Colpisce con gran precisione? Non viene intercettato? 

Riassumo anche la mia posizione: sono contro le armi. Tutte. Indistintamente. Le industrie che le costruiscono, compreso Leonardo, non dovrebbero esistere più e le risorse essere impiegate per debellare malattie e per migliorare la vita di tanti attualmente in sofferenza. 

Questo non è assolutamente progresso tecnologico bensì un arricchimento sfrenato di pochi per il dolore incommensurabile di molti. 

E non rompetemi più i coglioni sull'argomento. 

Stop. 

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