Per chi come me dubitò istantaneamente del personaggio ai tempi dell’Era del Ballismo, queste dichiarazioni post scissione del terzo polo, che poi era il quinto, lasciano il tempo che trovano. Fa parte del personaggio, dell’Egoriferito sempre pronto a papparsi qualsiasi fatto, ad indossare il costume di vittima, di statista, di conferenziere, di neo direttore di giornale, di padre della patria, di pacifista, di fine filosofo, a seconda delle necessità, solo ed esclusivamente per placare l’abnorme appetito dell’io che lo possiede, alterandone la psiche. Responsabile del più grande disastro politico, del ratto dirompente ed annichilente “quella vaga idea di socialismo”, triturante conquiste sociali ottenute col sacrificio di molti eroi del passato, questo signore che starebbe bene in qualsiasi bar di paese ad intrattenere allegramente con le sue panzanate chicchessia in attesa del caffè, terrorizzato dall’idea di rimanere fuori dal parlamento assieme ai suoi sodali, pensò bene di accalappiare un’altra macchietta gironzolante sul proscenio di questa mefitica politica nostrana, mostrandogli ninnoli abbacinanti, futuri luminosi, percentuali da ago della bilancia che solo la fantasia di Salgari avrebbe ipotizzato, ripetendo lo stesso schema della legislatura precedente, con la scissione dal martoriato, da lui medesimo, PD nel post voto, una volta assicuratosi lo scranno grazie ai seggi blindati dall’anti democratica legge elettorale capestro, confezionata da un suo adepto meschino, che consentì pure alla sua bella e fedele compagna di partito, girovaga prima nel Trentino e poi nel sud profondo per ovvie ragioni di simpatia - se avesse provato nella sua Arezzo forse non avrebbe preso neppure una decina di voti - di riottenere la tanto agognata visibilità. Ad ogni nefandezza egocentrica segue una dichiarazione ecumenica, costituzionale, altisonante, quasi scaturente dal francescanesimo, come il canovaccio del suo saltimbanchismo richiede. L‘accortezza in questi frangenti e di non considerarlo minimamente, ben sapendo che riproverà ad attirare l’attenzione dei media con altre imprese, vedasi il ruolo di direttore del Riformista tanto esilarante da sembrar cogitato dai Fratelli Marx, ripercorrendo in toto ciò che l’allegro intrattenitore nei bar locali compie quotidianamente allorché se il dire “ieri sera ho visto De Niro uscire da una macchina in piazzetta” non suscitasse l’ilarità dovuta, lo porterebbe ad asserire che “oggi in trattoria pranzeranno segretamente Macron e Edwige Fenech!”
Quindi serve pazienza e compatimento, con annesse caritatevoli carezze in cervice; vedrete che a breve guarderà finalmente verso i suoi veri lidi natii, le terre arse e riprovevoli di questa destra intenta pedissequamente a fingersi democratica. Trasmigrerà prima o poi nelle braccia della Nera Caciottara e noi, finalmente liberi da cotanta pacchianeria, brinderemo per essercelo tolto definitivamente dalle gonadi!
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