In Ucraina. L’Europa di Ursula & C. sta promuovendo politiche criminali
di Alessandro Orsini
Le manovre militari più imponenti in Ucraina sono attese tra fine primavera e inizio estate, quando il “grande fango” sarà svanito. Ne consegue che Ursula von der Leyen avrebbe il tempo di lavorare a una soluzione diplomatica della guerra o quantomeno a un cessate il fuoco, ma la presidente della Commissione europea preferisce utilizzare questi mesi per preparare la guerra operando per il tradimento dei valori dell’Unione europea che nasce per assicurare la pace in Europa e non la guerra.
La Commissione europea avrebbe il dovere di contrastare le politiche criminali. Nel mio lessico, è “criminale” ogni politica che accresca le probabilità dello scoppio di una guerra. Il tentativo di assorbire l’Ucraina nella Nato, esponendo il collo di uno Stato debolissimo ai denti di uno potentissimo, è un esempio di ciò che intendo per politica criminale. Un altro esempio di politica criminale è stato il tentativo di Trump di favorire la nascita di una sorta di Stato curdo nel Nord della Siria sapendo che la Turchia avrebbe impedito un simile disegno con l’esercito. In una diretta a Radio Rai, misi in guardia da quel pericolo. Dissi: “Se Usa e Unione europea vogliono uno Stato curdo nel nord della Siria, devono giurare che invieranno i soldati a combattere contro i turchi altrimenti è cinismo puro”. Dopo essere stati usati come carne da macello contro l’Isis a Kobane, i curdi furono abbandonati da Casa Bianca e Unione europea, e sconfitti da Erdogan. Un terzo esempio di politica criminale è stato il tentativo di assorbire la Georgia nella Nato, prontamente invasa dalla Russia nell’agosto 2008 e abbandonata dall’Occidente.
La mia domanda è: “Per quali ragioni la presidente della Commissione europea promuove politiche criminali in Ucraina?”. Mi limito a quelle principali. La prima è che Ursula von der Leyen non sarebbe diventata presidente della Commissione europea nel 2019 senza il benestare della Casa Bianca che, temendo lo scoppio di una guerra in Ucraina, cercava una persona di fiducia. Ursula von der Leyen è stata ministro della Difesa della Germania dal 2009 al 2016. Il ministro della Difesa tedesco, avendo la Germania un numero ragguardevole di soldati e mezzi americani sul suolo nazionale, deve essere persona gradita alla Casa Bianca come accade in Italia. Almeno ai miei occhi, questo “diritto di prelazione” della Casa Bianca al momento della nomina di certi ministri tedeschi e italiani non rappresenta un problema particolare. È un diritto che deriva dalle leggi ferree della politica internazionale che regolano i rapporti tra Stati satelliti e Stati dominanti. Il problema si pone se quella “persona” promuove politiche di guerra. Chiunque abbia occhi per vedere si rende conto che Ursula von der Leyen è una figura scialba e incolore senza alcuna strategia di pace o di guerra. Politicamente inane, non è in grado di fare né l’una né l’altra.
La seconda ragione è che ha ancora una carriera davanti a sé e le posizioni importanti in Europa non possono essere occupate senza il benestare del presidente americano. Nel caso di Ursula von der Leyen, la gratitudine verso la Casa Bianca non è altro che l’attesa di nuove ricompense. La maggioranza assoluta degli italiani è contraria al sesto invio di armi in Ucraina perché ha capito che la strategia del blocco occidentale in Ucraina consiste nell’usare un popolo come carne da macello per far avanzare la Nato ai confini con la Russia. La libertà non c’entra niente, altrimenti l’Unione europea non appoggerebbe le dittature più sanguinarie e violente del mondo.
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