Prepararci per la guerra
DI MICHELE SERRA
Bisognerà cominciare a prepararci per la guerra. Dico sul serio. Non serviranno armi, ma determinazione, fatica, organizzazione. Non possiamo evitare di combatterla se non vogliamo perdere, tra le altre cose, libertà di espressione e libertà di giudizio, per giunta con effetto retroattivo.
È la guerra che una forte lobby politica, culturale, editoriale, con epicentro anglosassone, sta scatenando contro l’arte “impura”, presente e passata, censurando e correggendo, aggiornando ed espellendo.
Con un gerundio solo: distruggendo.
Distruggendo i diversi contesti storici e culturali per uniformare tutto a una (pretesa) nuova sensibilità, con un mostruoso processo di “contemporaneizzazione” di ciò che non lo è.
L’ultimo episodio (ridicolo? orribile?) è la massiccia correzione postuma, ad opera dell’editore inglese Puffin Books, dei libri di Roald Dahl, uno dei massimi scrittori per ragazzi, morto 30 anni fa, levando parole e frasi che potrebbero urtare questo o quel lettore “sensibile”. Un esempio per tutti: levare la parola “grasso” per non offendere i lettori sovrappeso. Poiché non esiste discorso umano e opera d’arte che non rischi di urtare la sensibilità di alcuno (le statue apollinee potrebbero offendere i non belli) tanto vale cancellare tutto. Bruciare le biblioteche e le pinacoteche.
Già Salman Rushdie — che di oppressione intellettuale se ne intende — ha manifestato tutto il suo sgomento per la censura di Puffin Books. Ma date retta, non basta. È tempo di una reazione attiva. Boicottaggi contro gli editori che si rendono responsabili di queste violenze (non trovo parola più appropriata).
Dare il massimo rilievo a ogni colpo di bianchetto, a ogni ritocco censorio.
Organizzare comitati di tutela della libertà artistica. Rispondere colpo su colpo. À la guerre comme à la guerre.
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