l bisturi del patriarcato
DI MICHELE SERRA
Mostrarsi in pubblico è sempre complicato, faticoso e innaturale, ma in alcuni casi comporta una tale contropartita, in termini di popolarità, successo, quattrini, che il gioco vale la candela. Altrimenti, nessuno salirebbe mai su un palcoscenico. Ci si sale in cerca di applausi e mettendo nel conto i fischi.
I social hanno poi moltiplicato a dismisura il concetto di “pubblico”, facendolo coincidere con una smisurata folla che, pur non avendo pagato il biglietto, si sente autorizzata a dire, su chi si esibisce, qualunque cosa.
Si sono inflazionati gli applausi e anche i fischi. Così è capitato a Madonna — come a molti e a molte — di essere spernacchiata dal primo che passa (e sono ormai, i “primo che passa”, decine di milioni) a causa del suo aspetto fisico, che potremmo definire, per semplicità, molto rifatto.
Detto che il tifo è sempre per l’artista, che è solo al cospetto di molti, vale però la pena interrogarsi sulla reazione della signora: si è detta vittima del patriarcato, della misoginia e dell’ageismo, che è un po’ la forma aggiornata del vecchio alibi “è colpa della società”. Versione di Altan: “Mi domando chi sia il mandante di tutte le cazzate che faccio”.
A meno che Madonna volesse dire (confessandolo finalmente a se stessa) ciò che in molte e molti pensiamo: cioè che troppe donne si accaniscono chirurgicamente contro il proprio legittimo aspetto fisico perché subiscono molto più del necessario lo sguardo maschile, con il terrore di deluderlo. In questo senso sì, Madonna ha ragione, è vittima del patriarcato: è lui che ha armato il bisturi e abusato del botulino.
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