sabato 14 gennaio 2023

Mitica!

 

Carcere: fuori mafiosi e ladri dentro i 18enni con la vernice
DI DANIELA RANIERI
Il rischio di avere al potere gente ridicola è che a furia di ridere non ci si accorge che può essere anche pericolosa. Tre giovani spruzzano vernice lavabile sul portone di Palazzo Madama per esprimere la loro “disperazione” di fronte alla scelleratezza della politica in tema di cambiamento climatico, e le forze dell’ordine, da loro pacificamente aspettate, li traducono nelle patrie galere. Mentre vengono insultati da tutto l’arco parlamentare (“vandali”, “teppisti”, “terroristi”), il presidente del Senato La Russa, che a casa colleziona bambolotti-busti del duce che fa il saluto romano, si costituisce parte civile, e a coloro che chiama “ragazzotti” chiede perentoriamente i danni materiali e morali (non si capisce se suoi, dei senatori, o degli eredi dell’architetto Paolo Marucelli, la cui facciata è stata orrendamente deturpata per un pomeriggio, prima di venire lavata presumibilmente per la prima volta nella sua storia). Il ministro della Cultura Sangiuliano, definendo il gesto “gravissimo, ignobile, intollerabile”, dice che “è necessario inasprire le sanzioni contro chi danneggia il nostro patrimonio architettonico”, forse ignaro (come di altro, del resto) che le pene sono state già inasprite (da Salvini, che ha sùbito twittato la rivendicazione), da cui l’arresto per imbrattamento. Ma a Sangiuliano non basta. Li mandiamo al 41-bis? Così, mentre la riforma Cartabia libera mafiosi, stupratori e assassini, le carceri si riempiranno di 18enni con le bombolette spray. O Sangiuliano aveva in mente una punizione più spettacolare, anche per spezzare l’egemonia giustizialista della sinistra? La gogna? Il taglio della testa? Potremmo allestire il set del patibolo in piazza della Signoria e far pagare di più il biglietto per gli Uffizi ai turisti americani.
Veniamo al nostro preferito, il ministro leghista dell’Istruzione e del Merito (praticamente un ossimoro ambulante) Valditara. Dopo averci sollazzato con le sue acrobazie semantiche circa la sostanziale interscambiabilità dei lemmi “umiliazione” e “umiltà” da infliggere agli studenti indisciplinati (memorabile il video horror in cui discetta di punizioni scolastiche a cena con Bruno Vespa e Maria Latella), ha annunciato che querelerà i giovani della Rete Studenti Milano. Cos’hanno fatto stavolta, questi discoli? In un comunicato hanno fatto i nomi dei “mandanti morali” delle morti che avvengono in alternanza scuola-lavoro: Confindustria, Draghi, Inail (che non risarcirà i genitori dello studente Giuliano De Seta, morto in azienda) e, appunto, Valditara, “tasselli che compongono il mosaico di un sistema… schiavo del profitto e del tutto disinteressato al capitale umano utilizzato per generarlo”. “Dichiarazioni infamanti e gravemente diffamatorie”, ha tuonato Valditara, “ho dato mandato agli avvocati di querelare i responsabili”, ricordando molto i tromboni pre-Rivoluzione francese che vessavano i poveracci col latinorum incipriandosi la parrucca (anche Calderoli ha detto che querelerà chi critica la sua Autonomia differenziata, ma forse intendeva solo gli adulti).
Ma non sono solo i fascisti a maltrattare sadicamente i ragazzini dotati di pensiero critico: un anno fa, governo Draghi, gli studenti furono manganellati mentre manifestavano per un altro loro coetaneo, Lorenzo Parelli, morto in alternanza scuola-lavoro, che adesso si chiama “Percorsi Trasversali per le Competenze e l’Orientamento” e che sarebbe più corretto chiamare “alternanza scuola-schiavismo con rischio di morte”, visto che a causa di questa ideona di Renzi dal 2017 a oggi sono morti 18 studenti e 300mila si sono infortunati. Se sopravvivono e protestano, li si punisce (fatto salvo il ridicolo, a furia di punire si arriva in Iran). “Diffidate di tutti coloro nei quali è forte l’istinto di punire”, avvertiva Nietzsche; “è gente di qualità e origine scadente; dai loro volti occhieggia il boia”. Sulla qualità scadente di questi governanti non ci sono dubbi; vigileremo che dietro non ci sia anche il boia.

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