mercoledì 14 dicembre 2022

Travaglio e i misfatti sinistri

 

Furti a fin di bene
di Marco Travaglio
Ora che finalmente la sinistra riparla di questione morale, nessuno sa più cosa sia. C’è chi la confonde con quella penale, che ne è solo una mini-porzione. E chi la scambia per moralismo, o giustizialismo, o populismo, o pauperismo. Eppure la spiega in due righe l’articolo 54 della Costituzione: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Nella famosa intervista del 1981 a Scalfari, Berlinguer non parlava di tangenti, ma dell’occupazione partitocratica di tutti i gangli della società per arraffare soldi pubblici. Una lezione di senso dello Stato e di rispetto sacrale per il denaro dei cittadini. Poi Tangentopoli si mangiò i partiti di governo e fece impazzire l’unico – il Pci-Pds- Ds- Pd – sopravvissuto all’ecatombe (non per innocenza, ma per la tenuta stagna di Greganti&C.). Anziché far pulizia di uomini e idee, imboccò la scorciatoia più comoda ed esiziale: i suoi erano meno ladri degli altri. Rubavano per il partito (bella consolazione: un partito che si regge sui furti). E rubavano meno di Craxi e B..
L’autoassoluzione della sinistra affarista si saldò con l’impunitarismo berlusconiano. Il centrosinistra non abolì una sola legge-vergogna di B. (lo fece poi il vituperato Bonafede). Ogni suo scandalo fu archiviato, nel migliore dei casi, con un’alzata di spalle e, nel peggiore, con campagne forsennate anti-giudici (la Forleo, per aver intercettato i furbetti del quartierino e i loro compari dell’Unipol e di Ds, fu linciata per mesi). I “compagni che sbagliano” lavoravano comunque per la Causa, anzi per la “Ditta”: le coop rosse, le banche e le assicurazioni amiche, il sindacato, le municipalizzate e gli altri posti pubblici per sistemare i trombati, l’accoglienza dei migranti. I quali – spiegò Salvatore Buzzi, intercettato – “rendono più della droga”. Ne sa qualcosa Mimmo Lucano che, a furia di accoglierli a Riace, iniziò a confondere i fondi statali per i migranti col bilancio familiare e divenne il Cetto La Qualunque della sinistra (i viaggi della vorace compagna, la scuola della figlia, la bella vita della sua cricca). Ne sanno qualcosa Soumahoro e signore. Tutti circondati dall’affettuosa indulgenza del “poverino, non è come quelli di destra: lui l’ha fatto a fin di bene”. Ci si scorda persino di chiedere alla Cirinnà da dove vengono i 24 mila euro nella cuccia del cane, perché è tanto brava e ha fatto le unioni civili. Poi un giorno, dopo nove mesi passati a cercare qualcuno pagato da Putin e tre settimane a tuonare contro il tetto al contante della Meloni, arriva un pm belga e trova l’ex segretario della Camera del Lavoro di Milano con le banconote che gli escono pure dalle orecchie. Soldi pubblici? Sì, ma del Qatar. E tutti cadono dal pero. Anzi, dal tetto.

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