Attacchiamo l’Albania
di Marco Travaglio
La drôle de guerre Italia-Francia ricorda la finta guerra Usa-Albania del film satirico Sesso e potere, dove un presidente americano in crisi di consensi per uno scandalo sessuale s’inventa un conflitto con Tirana e fa inscenare battaglie in uno studio cinematografico. Solo che lì l’Albania non ne sa nulla, mentre sia Macron sia Meloni cercano lo scontro per bieca bottega. Macron è in crisi nei sondaggi e vuole accreditarsi come capo della resistenza contro le destre “sovraniste” (mai quanto lui, peraltro). E Meloni cerca armi di distrazione di massa (rave, migranti, Europa nemica) per nascondere l’incredibile serie di false partenze del suo mediocre governo, l’impossibilità di fronteggiare il caro-bollette rispettando l’Agenda Draghi, le porcherie contro i cittadini più bisognosi che in gran parte l’avevano votata sperando in una svolta. Ieri infatti, mentre tutti partecipavano come tifosi al derby franco-italiano, Meloni annunciava due misure pro ricchi spacciate per pro poveri: tetto al cash a 5 mila euro e Super-ecobonus smantellato. Quanti poveri girano con 5 mila euro in tasca, magari arrotolati con l’elastico? Professionisti del nero, usurai, mafiosi del pizzo, spacciatori, ladri, rapinatori, borseggiatori, truffatori, evasori, corrotti e corruttori. Poveri? No, criminali col bottino da riciclare.
E come può l’ecobonus favorire i ricchi? Un ricco ha i mezzi per ristrutturarsi la villa, il povero può farlo nel suo alloggetto solo con l’aiuto dello Stato. Ed è un bene per lo Stato, cioè della collettività, che le case siano più belle, moderne, ecocompatibili (e valgano di più), disperdano meno energia e anidride carbonica e paghino bollette più basse, facendo pure lavorare più gente e aiutando l’edilizia in crisi. Ora migliaia di famiglie – più o meno abbienti – hanno i muri in macerie e i teloni alle finestre perché si erano fidati dello Stato e avevano iniziato i lavori. Poi, rovesciato il Conte-2, lo Stato ha tradito la fiducia e violato i patti. Draghi ha cambiato le regole 11 volte in 18 mesi. Ora la Meloni fa 12. E gabella quel proficuo e geniale investimento per un “buco di 38 miliardi”. Una fesseria già smentita da Nomisma: solo nel primo anno, oltre a cambiare volto alle città, il Superbonus ha prodotto un valore economico di 124,8 miliardi (il 7% di Pil, che nel 2021 è salito del 6,6% in gran parte per questo), creato 634 mila nuovi occupati, ridotto le bollette (-500 euro annui a chi l’ha usato), abbattuto di 979 mila tonnellate le emissioni di CO2 e aumentato il gettito fiscale di 7,7 miliardi. Altro che buco. I buchi sono quelli dei condoni agli evasori e al cash, delle mazzette e delle mafie: le specialità della casa. Per coprirli tutti, la guerra con la Francia non basta. Ma si può sempre provare con l’Albania.
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