mercoledì 16 novembre 2022

L'Amaca

 

L’algoritmo del silenzio
DI MICHELE SERRA
Non sono mai stato a Fagnano Olona, provincia di Varese, ma non penso che la maggioranza dei suoi dodicimila abitanti — come diversi titoli di giornale lasciano intendere — sia ostile al nuovo medico di base, dottor Emvolo, laureato alla Sapienza e di origine camerunese. Credo, ragionevolmente, che un certo numero di bianchi razzisti lo abbia insultato via social (nel Varesotto, per ragioni imperscrutabili, i razzisti abbondano, e festeggiano anche, da anni, il compleanno di Hitler); ma dubito che questa aggressione, piccola e ignobile, rappresenti la popolazione di quella cittadina nel suo complesso.
Ora, il problema (che non riguarda Fagnano Olona, ma estensioni geografiche e umane ben più grandi) è che il piccolo Ku Klux Klan locale leva voce, rappresentanza, financo presenza a tutti coloro che tacciono, o perché non danno alcun rilievo alle origini nazionali del nuovo dottore, o perché non considerano rilevante sputare veleno sui social, come molti scemi, anche non razzisti, amano fare. In questo modo, nel mondo, minoranze straparlanti, e prevaricatrici, occupano la scena mediatica facendo credere una cosa non vera: e cioè che Fagnano Olona sia un paese razzista e che il mondo in generale sia perfino peggiore di ciò che già è.
Benemerito dell’umanità sarà chi trova l’algoritmo in grado di intercettare l’immensa nube di silenzio, di incertezza, di gentilezza che ci sorvola giorno e notte, e condensarla in qualcosa (folgore? macigno?) che zittisca all’istante i quattro sfigati che, vedendo un africano in camice bianco, più istruito e più potente di loro, danno in escandescenze.

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