La pace edilizia
di Marco Travaglio
Non ci sono più lacrime né parole. Le lacrime le hanno consumate gli ischitani a furia di piangere i loro morti in alluvioni, frane, terremoti. Le parole le abbiamo consumate noi giornalisti, costretti a commentare ciclicamente sempre la stessa tragedia. Con le stesse cause: cambiamenti climatici, abusi edilizi, consumo di suolo, dissesto idrogeologico, incuria del territorio garantito dal trasversalissimo Partito del Cemento. E gli stessi colpevoli: quei politici e amministratori che promettono cose giuste e non le fanno, o promettono cose sbagliate e le fanno, ma anche quei cittadini che li votano e li rivotano per tenersi le case abusive. Poi c’è chi le parole non le finisce mai, neanche quando dovrebbe trettenerle in gola: il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. Ieri mattina era a Milano a inaugurare una linea della metro, eppure già annunciava che sotto la frana di Ischia c’erano almeno “otto morti accertati”, quando non s’era ancora trovato un cadavere. Passano gli anni e cambiano i governi, ma lui no: è sempre il Cazzaro Verde che, vicepremier e ministro dell’Interno del Conte1, annunciava arresti prima che fossero fatti, aiutando qualche criminale a scappare. Ora l’ansia di arrivare primo (a dire fesserie) l’ha portato a innescare una macabra gara nell’annuncio dei morti.
Eppure qualcosa di serio avrebbe potuto dirlo: che i negazionisti del clima travestiti da nemici dell’“ambientalismo ideologico”, molti dei quali votano Lega o FdI o FI, sono corresponsabili di queste catastrofi tutt’altro che “naturali”. Se Ischia ha 60mila abitanti e più di 27 mila pratiche di sanatoria, lo dobbiamo a chi non fa altro che promettere e perpetrare condoni in cambio di voti (altro che “voto di scambio” col Reddito di cittadinanza). Nell’ultima campagna elettorale finita due mesi fa, la Lega prometteva di bloccare gli abbattimenti le case abusive. Come ricorda Maurizio Acerbo (Up), il 9 settembre, due settimane prima delle elezioni, all’hotel Ramada di Napoli si tenne una riunione fra alcuni sindaci campani, i rappresentanti dei movimenti anti-demolizioni e i candidati leghisti Rixi, Cantalamessa, Castiello e Nappi. Tema: un decreto per bloccare gli abbattimenti. Quello che da anni Salvini va twittando col tragicomico eufemismo “Pace edilizia” e Rixi ha tradotto in un disegno di legge sul “ravvedimento operoso” per tenere in piedi gli edifici abusivi. Nappi, meno ipocrita, si faceva campagna elettorale con lo slogan “Condono edilizio subito”. Ora Rixi è viceministro alle Infrastrutture, cioè il braccio armato di Salvini, e la Castiello sottosegretario ai Rapporti col Parlamento. Da ieri sanno, insieme al loro principale, dove porta la loro “pace edilizia”: alla pace eterna.
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