Sturmtruffen
di Marco Travaglio
C’è una legge scientifica più esatta di tutte le scienze esatte: il teorema Riotta-Letta-Calenda. Quando uno dei tre dice una cosa, è probabile che sia una cazzata; quando la dicono tutti e tre insieme, è sicuro che è una cazzata. L’altra sera dovevamo chiudere il giornale e non sapevamo quale delle mille versioni sul missile in Polonia scegliere. Poi Riotta ha twittato: “Il missile russo al confine polacco… l’escalation di Putin in Ucraina e Europa”, “Attacco contro Paese Nato Polonia con vittime conferma che deriva terrorista russa non ha guida ma segue hubrys Putin fino a rischiare la guerra mondiale. Pensare di fermare il dittatore con la resa lo scatena. Serve batterlo e isolare la sua Quinta Colonna in Italia e Ue”. Poi Letta ha twittato: “A fianco dei nostri amici polacchi in questo momento drammatico… Quel che succede alla Polonia succede a noi” (ma la Polonia non era fasciosovranista? Chiedo per un amico). Poi Calenda ha twittato: “La follia russa generata dalle pesanti sconfitte continua. Siamo con la Polonia, con l’Ucraina e con la Nato. La Russia deve trovare davanti a se un fronte compatto. I dittatori non si fermano con le carezze e gli appelli alla pace”. En plein.
A quel punto non c’erano più dubbi: il missile non l’aveva lanciato la Russia. Anzi, l’aveva lanciato l’Ucraina: l’unica (coi tre bimbiminkia affetti da cellularite compulsiva) che accusava Mosca. Un finale da Ballo in Maschera di Verdi e da Edipo re di Sofocle: l’accusatore-inquirente è l’assassino. Quindi niente articolo 5 Nato, evocato dai Tre dell’Ave Guerra in fregola di arruolarsi e aviotrasportarsi sul fronte del Don contro il nuovo Hitler che attacca la Polonia e contro i suoi complici pacifinti in Italia. Sennò dovremmo dichiarare guerra all’Ucraina, che ci risponderebbe con le nostre armi: un casino. Spiace per i tre foreign fighter de noantri, che dovranno marciare ancora sul divano e fare il presentat’arm sui social. E per le Sturmtruppen a mezzo stampa, che ieri mitragliavano titoli infoiati per l’agognata guerra nucleare. E ora imprecano contro i neoputiniani Biden e Stoltenberg: “Ci hanno rimasti soli, ’sti quattro cornuti”. Ma il cortigiano Johnny e il commissario Iacoboni non demordono e sposano la linea Meloni: “Che il missile sia ucraino, non cambia la sostanza: la responsabilità è tutta russa”. In effetti, se il missile fosse stato russo la Nato già marcerebbe su Mosca. Ma sono sottigliezze. Così come il fatto che Zelensky, cioè l’unico a sapere fin dall’inizio che il missile era suo, ha tentato e ancora tenta di truffare gli alleati per trascinarli nella terza guerra mondiale: “È un attacco missilistico russo alla sicurezza collettiva”, “È un messaggio di Putin al G20”. È bello armare un alleato così sincero e fidato: avercene.
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