giovedì 3 novembre 2022

Il Buongiorno di Feltri

 


Un posto migliore
di Mattia Feltri
Per ragioni non soltanto anagrafiche non ho mai partecipato a un rave party però mi autodenuncio: da ragazzo andavo nei centri sociali, dove ascoltavamo concerti, la birra costava due soldi e potevamo berne una in più, e chi voleva fumare un po' di hashish ne trovava a occhi chiusi. Lo dico per invocare preventivamente la clemenza della corte, e perché nei dintorni del bizzarro decreto del governo ho sentito alcuni esponenti di maggioranza dichiarare che è ora di usare il pugno duro contro l'alcol e le droghe, cioè contro lo sballo. E del resto i reati sufficienti a contrastare i rave – la violazione di proprietà privata, lo spaccio e così via – esistevano già, qualora se ne fossero commessi. L'idea invece è proprio di punire il vizio, perché non solo a destra, ma soprattutto a destra, si tende a proibire quello che non piace, un po' come gli ayatollah. Lo dico con un filo di voce, per non disturbare il manovratore, soprattutto per non dargli strane idee, ma bere, drogarsi e insomma sballarsi si può. Non è affatto raccomandabile ma è legittimo e legale, per il semplice motivo che ognuno fa di sé ciò che vuole, senza dividere il giusto e lo sbagliato secondo i gusti nerboruti di sedicenti rassettatori del Paese. Semmai succede in Iran e infatti oggi niente mi è più desiderabile di vedere un rave party a Teheran, ma proprio uno sballo colossale, migliaia di ragazze e ragazzi con le bottiglie e le canne, un mare di peccatori felici, e poi un rave party sotto le mura del Cremlino e un rave party in piazza Tiananmen e un rave party a Istanbul, perché vorrebbe dire che avremmo fatto del mondo un posto migliore.

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