La religione del governo
DI MICHELE SERRA
La nomina di Eugenia Roccella a ministro per la Famiglia aiuta a valutare meglio il grande peso che l’integralismo cattolico ha avuto nella vittoria della destra, e avrà nel suo governo. Una componente ideologica forte se non fortissima, che il “Dio, Patria e Famiglia” coniuga con implacabile coerenza: o sei credente, anzi cristiano, o non puoi essere veramente partecipe dello spirito profondo della Nazione, delle sue radici culturali, dei suoi costumi sociali.
Il cristiano, visto in quel quadro, è “l’italiano vero”, a tutto tondo. Salvini con il rosario ne è la manifestazione più piazzaiola, nonché meno credibile. Meloni che nomina ministra della Famiglia una cattolica rinata è invece un atto politico di tutto rilievo. Utile anche per mitigare i festeggiamenti per “la prima donna a Palazzo Chigi”, che mette un’altra donna in posizione strategica sulla via del ritorno alla “vera famiglia italiana”. Che come è noto fu una delle ultime, in Europa, a poter ricorrere al divorzio e all’aborto legale.
Nel fondo ideologico del governo di destra, ben più della sinistra opacizzata, sarà la “deriva laica” il vero nemico da battere.
L’intero pacchetto dei diritti (la buona morte e la libera gestione di maternità e paternità per primi) diventa sovversivo in quanto tale, perché rompe con la tradizione confessionale (religiosa mi sembra aggettivo inadatto, la religione è un’altra cosa) e non riconosce i presupposti “sacri” della vita e della Patria. Ai quali la società deve adeguarsi, chinando il capo ove necessario (quasi sempre il capo di una femmina).
Ben più che sul fronte economico e sociale, così intricato da confondere vincitori e vinti, sarà sul fronte ideologico che il primo governo italiano tutto di destra proverà a lasciare il suo segno.
Nessun commento:
Posta un commento