Balle in maschera
di Marco Travaglio
Pensiamo anche noi, come i nuovi innamorati di Giorgia, ma soprattutto come i fratelli Caponi, che la giovanotta è studente che studia, si deve prendere una laura e deve tenere la testa al solito posto, cioè sul collo. Ma, dopo la sua replica in Senato sul “tetto ai contanti che penalizza i più poveri” e sul discorso di Roberto Scarpinato, ci piacerebbe conoscerne gli insegnanti e i testi: perché forse il problema è tutto lì. Altro che Istruzione e Merito. Fra i tanti problemi dei poveri, non ci era mai venuto in mente il tetto ai contanti, che Monti portò a 1.000 euro, Renzi a 3mila, Conte a mille, Draghi a 2mila e ora la destra vuol alzare fra i 3mila e i 10mila. Anche perché i 5 milioni di lavoratori che guadagnano meno di 10 mila euro l’anno difficilmente se li portano tutti in saccoccia. E i poveri ancor più poveri che non lavorano e non guadagnano neppure quelli possono permettersi il lusso di ignorare il tetto, perché non rischiano di sforarlo per mancanza di contanti. A meno che non si mettano a spacciare droga, o a chiedere il pizzo nei negozi, o a fare gli spalloni, o a rubare nelle case, o a svaligiare banche, nel qual caso non sarebbero più poveri. Quindi attendiamo con ansia che Meloni o i suoi docenti ci presentino un povero che gira con un rotolo di 3 o 10mila euro in tasca.
Scarpinato, ex Pg di Palermo e ora senatore M5S, elenca una serie di fatti accertati in sentenze definitive sui rapporti fra il neofascismo e le stragi e fra il duo B.-Dell’Utri e la mafia. Meloni consulta i suoi prof. e/o i suoi testi, poi definisce Scarpinato “persona che giudicava gli imputati in tribunale” e il suo discorso “emblematico dei teoremi con cui parte della magistratura ha costruito processi fallimentari, a cominciare dal depistaggio sulla strage di via D’Amelio”. Ne avesse azzeccata una. 1) Scarpinato è sempre stato pm o pg: mai giudicato nessuno. 2) Il depistaggio su via D’Amelio col falso pentito Scarantino fu costruito dalla polizia e avallato dalla Procura di Caltanissetta retta da Giovanni Tinebra, poi premiato per il teorema dal governo Berlusconi-2 con la nomina a capo del Dap; e fu smontato grazie al pg Scarpinato, che istruì il processo di revisione tutt’altro che fallimentare, infatti fece assolvere gli 11 imputati innocenti e condannare i veri colpevoli. In Senato le sue parole, essendo vere, sono state accolte dal gelo (5S esclusi, quasi tutto il Pd e Sesto Polo inclusi); quelle di Meloni, essendo false, dalla standing ovation delle destre. La stampa di destra ha lodato la premier e attaccato il senatore; quella “indipendente” è rimasta neutrale (non spetta mica ai giornalisti dire chi mente e chi dice il vero). Unica eccezione, Mattia Feltri sulla Stampa: prima ha precisato di aver “perso il filo” fra la ballista e il senatore, poi ha difeso la ballista.
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