mercoledì 21 settembre 2022

Povero Calendaretto!

 

Carletto er Magnete
di Marco Travaglio
Non sappiamo se il nervosismo di alcuni leader (Meloni) o sedicenti tali (Calenda e Renzi) dipenda dagli ultimi sondaggi. Anzi, lo sappiamo ma non possiamo dirlo. In ogni caso è divertente indovinare i sondaggi dalle facce dei politici. Meloni dà rispostacce e, scalmanandosi, le casca la maschera di euroatlantista affidabile per restituirci il suo volto più vero e verace dell’erinni anti-tutti che l’ha spinta fin lassù. Forse, seppur sempre strafavorita, è rimasta senza fiato né argomenti, avendo consumato i pochi che aveva: le sarebbe convenuto votare due settimane fa. Per sua fortuna c’è sempre qualche genio, come il duo Damilano-Lévy, che lavora per lei.
Anche Letta Occhi di Tigre gira a vuoto, avendo visto sfracellarsi tutti i suoi astuti calcoli contro la realtà: l’Agenda Draghi, popolarissima in America (e ci mancherebbe), meno in Italia; il voto utile, cioè inutile visto il distacco di 20 punti dalle destre; Calenda “magnete che attira voti dalle destre” (li attira, se li attira, dal centrosinistra: le destre se li scambiano l’una con l’altra, ma invertendo l’ordine dei fattori il prodotto non cambia); e i 5Stelle morti e sepolti, anche per mano della calamita-bis Di Maio, che invece funge da sfollagente (col decisivo apporto di Tabacci) e rischia di non votarsi neppure da solo.
Conte è in rimonta, ma partiva da così in basso che gli sarebbe convenuto votare due settimane dopo, per fare il pieno di ex 5S ed ex Pd, superare Letta e fare strike nei collegi al Sud. Dopo il 25 arriveranno le bollette-monstre e chi parlerà di Agenda Draghi rischierà i forconi: il che spiega perché Mattarella ci fa votare il 25.
L’unico che non sembra toccato dalla data delle urne è Calenda, talmente scollegato dalla realtà da risultare sempre uguale a se stesso (eccetto sulla bilancia). Già l’alleanza con Renzi, che ha dato vita alla nuova coppia comica Ollio e Ollio, la dice lunga sul fiuto da rabdomante con cui lo statista dei Parioli coglie l’umore popolare. Ma il meglio sono le sue sboronate social, tipiche dell’aspirante leader dei “moderati” e di “Italia sul serio”. Tipo “Io non avrei preso i jet privati in campagna elettorale”, forse ignaro che l’unico a farlo è Renzi. Il quale, siccome Conte lo sfidava a parlare di Rdc al Sud senza scorta, s’è messo a strillare alle “minacce fisiche” e al “linguaggio mafioso”. Ed è un miracolo che non si sia presentato con la scorta di Bin Salman, già efficacissima nel segare a pezzi i giornalisti dissidenti. Allora Calenda, a nome dei moderati, ha dato il suo indirizzo a Maurizio Acerbo (segretario di Rifondazione) per fare a botte per strada. Poi, per moderare vieppiù i toni in vista del “13% al terzo polo” (che poi è il sesto), ha twittato che l’Italia si “merita un meteorite”. E pare che, eccezionalmente, non parlasse di sé.

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