Cinque anni di chiarezza
DI MICHELE SERRA
Sia detto non tra parentesi: ora la signora Meloni deve governare per cinque anni, ne ha il diritto e il dovere. La limpidezza numerica del suo mandato elettorale è sotto gli occhi di chiunque, perfino degli alchimisti che nel nome della governabilità, o dell’emergenza, sarebbero disposti a dieci, venti, trenta governi tecnici. E questa, date retta, è una buona notizia, dopo dieci e rotti anni di manfrine parlamentari che hanno avuto il solo esito di screditare la politica, farla sembrare cosa del Palazzo.
Dovremo sopportare molto. Il Lollobrigida, puntuale come il cucù in tutti i tigì, che inneggia alla Patria (la nuova denominazione ufficiale dell’Italia, di qui in poi) dieci volte al dì.
Passi indietro in molti campi, i diritti perché puzzano di libertà, la cultura perché puzza di sinistra, la Costituzione perché puzza di antifascismo, l’Europa perché puzza di cosmopolitismo. Ma almeno, e non è poco, il gioco sarà scoperto e i ruoli saranno chiari: la destra governa, la sinistra si oppone. Se ci pensate bene, è una liberazione per tutti, dopo anni passati a chiedersi come sia possibile che in una sola legislatura (l’ultima) si siano succeduti tre governi, un Conte reazionario, un Conte progressista, un Draghi onnicomprensivo, con i partiti usati come pezzi intercambiabili, e un terzo dei parlamentari che hanno mutato colore, come fanno i camaleonti.
Tutto è meglio dell’incertezza: perfino la disgrazia, che almeno dà forma e senso alle giornate. Nessuno potrà fare finta di non sapere qual è il suo ruolo. Se cinque anni vi sembrano lunghi, sappiate che nel 2027, per tutti i viventi, tutto sarà diverso, e della Patria si avranno notizie ormai vaghe e remote, perché è del Mondo che saremo costretti a occuparci.
Nessun commento:
Posta un commento