Gretini e intelligentoni
DI MICHELE SERRA
Tra salviniani e meloniani c’è chi chiama “gretini” gli ambientalisti, che a destra non hanno mai goduto di molto credito. Troppo problematici. Tipici rompiballe di sinistra. Nemici del fatturato. Forse anche menagramo.
Indimenticabile una mitica campagna delGiornale, una ventina d’anni fa, nella quale un professorino puntuto prendeva per i fondelli, in blocco, qualche migliaia di documenti scientifici, accusandoli di allarmismo ingiustificato.
Per altro il cambiamento climatico (come tutti i cambiamenti) confligge con l’idea che il mondo sia sempre andato avanti nella stessa maniera. La vera destra fa della Tradizione il suo motore ideologico e spirituale: dopo la siccità, pioverà, inutile fare tutta questa cagnara. Ci penserà il buon Dio.
Poi però succede che la pioggia arriva, ma tutta in una volta, un immenso maglio che schiaccia cose e persone. Succede dieci, cento volte. Il cambiamento climatico passa dalla teoria alla prassi. E a mollo nel fango si diventa tutti uguali, alle prese con lo stesso spavento.
Nel programma elettorale dei partiti di destra la parola clima è quasi inesistente.
Qualcosa in più (abbastanza per farne un argomento rilevante) nei programmi del Pd e dei suoi alleati, e anche dei cinquestelle, che per altro precisamente dell’ambientalismo, in origine, erano figli, prima di diventare la qualunque. L’ambientalismo presto diventerà sinonimo di politica: non esisterà politica senza ambientalismo. Almeno su questo punto, la sinistra è un poco più avanti, la destra è preistoria. C’è più cognizione del futuro nei “gretini” che negli intelligentoni che affidano alle processioni il compito di regolare le stagioni.
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