Quelli che non lo vedono
DI MICHELE SERRA
Il tentativo di censire i fascisti nel centrodestra, candidati e non, è un’impresa disperata. Sono tanti, alcuni bene attivi e altri “in sonno” per cautela elettorale. Ci sono sempre stati, non sono un’anomalia, sono un connotato permanente della fisionomia politica italiana. Dal culto del capo a quello della prestanza fisica, dallo spregio per i popoli inferiori alla retorica patriottarda, dal maschilismo all’odio per il “culturame”, gli ingredienti sono vecchi come il cucco e non basta qualche tatuaggio, qualche coretto di curva o qualche crapa rasata per rammodernare il copione.
Il vero problema politico sono gli altri (che sono molti di più). Sono le moltitudini che li voteranno perché “non è un problema” o perché “sono cose del passato”. Sono quelli che non sentono l’odore, che non riconoscono lo spirito di prevaricazione e di minaccia, che non capiscono perché se ne discute tanto, che considerano strumentale ogni riferimento alla Costituzione (che è antifascista) e al fascismo (che è anticostituzionale).
Il vero problema è la destra presentabile, moderata, mainstream, che per trent’anni ha glissato sul ruolo eversivo del neofascismo, le tenebrose trame della P2, le bombe e le stragi che precedono il terrorismo rosso e sono, nei fatti, l’innesco degli anni di Piombo. Un processo di rimozione storica nemmeno intenzionale, più che altro frutto di comodità culturale, di pigrizia etica.
Hanno vinto loro, il fascismo è ben metabolizzato dal corpaccione indolente del Paese. È un problema solo per noi antifascisti, che non siamo la maggioranza e forse non lo siamo mai stati.
Nessun commento:
Posta un commento