martedì 6 settembre 2022

A proposito del transfuga!

 

Di Maio Porta l’agenda Draghi alle Pescherie napoletane
DI DANIELA RANIERI
Procede la Lunga Marcia elettorale di Luigi Di Maio, leader di Impegno Civico, presso i ceti popolari. L’altro giorno era alla Pescheria Azzurra ai Quartieri Spagnoli, dove ha raccolto il grido di dolore del titolare per il rincaro dell’energia. “Quanto potete resistere così?”, chiede. “Fino a Natale, dopo siamo finiti”. “Dobbiamo fare un decreto che paga con i soldi dello Stato buona parte delle bollette!”, asserisce Di Maio, che prima era stato in una pizzeria. La promessa è lodevole – col decreto #TagliaBollette (sic) lo Stato pagherebbe l’80% degli importi per imprese e famiglie in difficoltà –, del resto Putin si sconfigge anche così: facendogli guadagnare 100 miliardi in più dell’anno scorso e spingendolo verso la Cina, in attesa di essere autonomi con le centrali nucleari care a Calenda, pronte in appena 10 anni.
“Come membro del governo ho il dovere di intervenire prima possibile”. Il titolare della pescheria fa partire l’applauso. Pensare che a marzo, in coro con Letta che chiedeva più armi all’Ucraina e più sanzioni a Putin, Di Maio diceva: “Ben venga il quarto pacchetto di sanzioni per indebolire l’economia russa. L’impatto delle sanzioni è clamoroso. La Russia rischia il default”. Infatti adesso il gas costa alle famiglie il 94% in più dell’anno scorso e l’elettricità il 129%; in Italia, però, non in Russia.
Sempre a marzo, mentre Di Maio e Letta giocavano con carrarmatini e gasdottini, Conte chiedeva a Draghi un piano europeo per proteggere cittadini e imprese dal rincaro dei prezzi dell’energia, provocando con ciò scandalo, sospetti di putinismo e la scissione di Di Maio, che ha coraggiosamente difeso col suo corpo le misure del governo dei Migliori. Così va. Un tempo si andava nelle fabbriche a portare la coscienza di classe al proletariato; oggi nelle pizzerie e nelle pescherie a rischio chiusura si porta l’Agenda Draghi.

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