Sanna Marin. Tutti l’hanno difesa. Ma in realtà nessuno l’ha attaccata
di Alessandro Robecchi
Non si vive di sola campagna elettorale, e del resto non è solo da lì che vengono certi geyser di nonsense nel discorso pubblico, certe fiammate che consentono un’indignazione facile e prêt-à-porter, roba da manuale di conversazione in società. Insomma, chiedo scusa se parlo di Sanna Marin, la premier finlandese, e del suo ballo, di cui sarebbe lecito disinteressarsi forever, ma che è diventato un racconto centrale nell’Italia di questi giorni (e per questo ce ne occupiamo). La storia la sapete: la prima ministra finlandese, che è giovane (36) e bella (per questo tutti pubblicano volentieri una sua foto, e le battute da camionisti si sprecano) è andata a una festa privata. Ha ballato, ha bevuto, poi è uscito un video di quella festa ed ecco la fremente polemica: basta attacchi! Sanna ha tutto il diritto di ballare! Siete contro la felicità! È tutta invidia!
Ok, perfetto. Fin qui sono d’accordo su tutto: non mi sembra un reato federale che una vada a ballare e quindi, diciamo, archivierei sotto la soave voce “cazzi suoi”. Eppure…
Eppure, la veemenza della difesa – anche simil-colta, anche un po’ filosofia for dummies – lasciava un po’ perplessi. Come mai tutta questa energia? Chi ha insultato la povera Sanna o le ha chiesto di non ballare in modo così feroce e paranazista da mobilitare firme famose, corsivi corrucciati sulla gioventù negata, servizi di telegiornale, verbose lezioni sulla felicità repressa? Chi è stato, il cattivo? Ecco: non si capisce.
In tutti i servizi e pezzi e articoli e titoli usciti sul tema (parecchi, un coro) si parla sempre di avvoltoi generici, “nella bufera”, “i feroci attacchi”, “l’occhio del ciclone social e mediatico”. Ma insomma, esattamente da chi si sta difendendo con così poderose armi la premier che va a ballare? Un paio di nomi li ho trovati, a dire il vero: Mikko Kärnä, deputato finlandese del Partito di Centro, e la leader dell’opposizione (finlandese) Riikka Purra. E volendo completare l’elenco dei cattivi, mettiamoci pure il tabloid (finlandese) che ha diffuso il video, che si chiama Iltalehti. Che si siano aggiunti qualche Farfallina76 e Gino-bandierina-sovranista sul web, fa parte della solita solfa (web cattivo, commentatori buoni), ma niente di rilevante.
Insomma, l’indignatissimo e predicante coro tutto italiano in difesa di Sanna Marin sta rispondendo, a colpi di Dante e Tommaso d’Aquino, di battaglia di genere, di difesa della gioventù dall’invidia dei vecchi, a una polemica tutta interna alla politica finlandese. Con tanto di pista spionistica (sono stati i russi), sospetti di discriminazione di genere (Ecco! Lo fanno perché è stata allevata da due madri!), o semplicemente accusa di machismo spicciolo (solo perché è carina). Viene in mente quel fortunato slogan: “Ti piace vincere facile”. Ecco, qui sta lo stridore: una polemica di facile presa – uh, il video, uh, le foto – che permette di sfoderare uno spirito libertario (la felicità! Hurrà! Balliamo!) che sta bene su tutto e non impegna, che taccia altri di oscurantismo e invidia, ma gli altri chi, poi, non si capisce. Molto woke, come dicono quelli bravi, oppure “panna montata, ma che piace a tutti”, come diceva un mio vecchio caporedattore, che sicuramente avrebbe aggiunto: “È agosto, vai, vai, paginone!”.
Naturalmente – lo dico anche per prevenire accuse di invidia – Sanna Marin vada a ballare quando, come e con chi vuole. Nessuno si farà male, a parte noi, qui, costretti dalle polemiche interne (finlandesi) alle lezioni dei nouveau-banal-philosophes.
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