sabato 20 agosto 2022

Chissenefrega travagliati


Chissenefrega elettorali

di Marco Travaglio 

Per la serie “Gli appassionanti chissenefrega della campagna elettorale”, segnaliamo due effervescenti polemiche che terremotano bar, mezzi pubblici e luoghi di villeggiatura, dove non si parla d’altro: una, fresca di giornata grazie a Verderami che riprende sul Corriere una denuncia di Letta, riguarda il taglio dei parlamentari che orberà il Parlamento di ben 345 De Gasperi redivivi; l’altra, un evergreen che ci ammorba dacché osammo bocciare la schiforma Renzi-Boschi, attiene alle famigerate ingerenze russe che ribaltano ormai ogni elezione dell’orbe terracqueo e inquietano prevalentemente chi sa di perdere perché piace più all’estero che in Italia, tipo Letta e, nel suo piccolo, Di Maio. Il fatto che il taglio dei parlamentari sia l’unica riforma costituzionale votata plebiscitariamente dagl’italiani nell’ultimo ventennio (sempre a opera degli hacker russi), non deve ingannare: se certe liste di candidati fanno schifo, non è colpa dei partiti che le compilano, ma del fatto che avremo un terzo di eletti in meno. I partiti, non vedono l’ora di candidare le migliori menti del Paese, ma purtroppo non possono perché le avevano destinate tutte a quei 345 seggi venuti tragicamente a mancare; e una misteriosa forza sovrannaturale li costringe a riservare i 600 posti rimasti a riciclati, inquisiti e voltagabbana. Se noi elettori populisti avessimo respinto il maledetto taglio, allora sì avremmo visto entrare alla Camera e al Senato un esercito di geni mai visti prima. Invece nisba: peggio per noi, così un’altra volta impariamo.
Delle ingerenze russe si occupa a pag.11 Daniela Ranieri. Ma, per chi non ne avesse ancora colto la portata eversiva, precisiamo che funzionano così. L’ex presidente russo Medvedev, alla quinta vodka lemon, insulta i “governi idioti”, senza specificare quali, e invita gli “europei” a punirli. Il ministro Di Maio si riconosce subito nella definizione; i giornaloni capiscono al volo che il governo idiota è quello di Draghi; Letta, consultando l’Agenda Draghi, conferma che in tema di idioti non siamo secondi a nessuno; e scatta l’allarme rosso. Per tre motivi. 1) A nessun italiano era venuto in mente di essere governato da idioti, ma ora che Medvedev ce l’ha rivelato voteremo tutti per chi si opponeva agli idioti o li ha fatti cadere. 2) È noto che l’elettore italiano incerto o tendente all’astensione consulta i social del Cremlino (la famosa Agenda Medvedev) per decidere se e per chi votare, il che spiega l’uscita del compare di Putin. 3) Il fascino perverso e irresistibile di Medvedev rischia di subornare pure gli elettori che si erano convinti a votare Letta o Calenda&Renzi, come da mesi ci ordinano gli Usa e le famose “cancellerie europee”. Ma quelle non sono ingerenze straniere: semplici consigli da amici.

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