sabato 9 luglio 2022

Travaglio!


Pochezze e pochette 

di Marco Travaglio

Quando Salvini rovesciò a freddo (anche se era l’8 agosto 2019) il Conte-1, da vicepremier e ministro dell’Interno, si scordò di spiegare perché. A Conte disse di voler “capitalizzare i voti delle Europee” (dal 17 al 34% in un anno), ma si erano tenute il 26 maggio e il Cazzaro Verde aveva sempre giurato: “Avanti sino al ‘23”. In un comizio aggiunse “basta al partito dei No” (il M5S, che aveva appena votato Sì al dl Sicurezza-2) e “voto a settembre per i pieni poteri”. Insomma, il nulla. Nel dicembre 2020-gennaio 2021 toccò all’altro Matteo, il minore, rovesciare il governo Conte-2, che lui per primo aveva auspicato nell’agosto 2019. I motivi, anzi i pretesti, per scatenare la crisi erano altrettanto ridicoli: i banchi a rotelle (400mila su 2,5 milioni, peraltro ordinati dai dirigenti scolastici), la delega ai Servizi tenuta per sé da Conte (come pure da Gentiloni, comunque ceduta da Conte a inizio gennaio), varie modifiche al Pnrr (recepite da Conte), il Ponte sullo Stretto nel Pnrr (che può contenere solo opere realizzabili entro il 2026), il Mes (inutile dopo il Recovery e pericoloso per le condizionalità), il Rdc, i ritardi di Arcuri sui vaccini (per tutto gennaio l’Italia fu il primo grande Paese Ue per numero di vaccinati, davanti persino alla Germania), la blocca-prescrizione di Bonafede ecc. Tutte balle: infatti Draghi non prese il Mes, non inserì il Ponte nel Pnrr, mantenne blocca-prescrizione e Rdc, ricopiò il Pnrr di Conte e il piano vaccini di Arcuri con qualche ritocco peggiorativo.
Ora la crisi potrebbe aprirla Conte e i paralleli con i due Matteo si sprecano. Ma non reggono. 1) I governi Conte li avevano cofondati Salvini e Renzi: Conte fu la prima vittima del governo Draghi, nato nel febbraio ‘21 quando era ormai un privato cittadino (fu eletto capo M5S il 6 agosto). 2) Salvini e Renzi erano determinanti per rovesciare i due governi Conte: dopo la scissione degli uomini-poltrona, Draghi ha la maggioranza anche senza M5S. 3) Conte ha portato a Draghi una lettera con 9 richieste chiare, fattibili e per nulla pretestuose, che corrispondono in minima parte alle battaglie identitarie M5S (Rdc e no a nuove trivelle), in massima parte a ciò che serve contro le emergenze nazionali (extradeficit anti-rincari, prelievo degli extraprofitti dei colossi dell’energia, salario minimo, lotta al precariato, Superbonus, cashback fiscale, protagonismo nella Nato e nell’Ue per i negoziati in Ucraina, ministri e Camere più coinvolti). Infatti giornali e talk fingono che il documento non esista e si divertono un mondo con la pochette e il ciuffo di Conte. Sennò dovrebbero domandare a Draghi e ai partiti perché non l’han proposto loro o cosa propongono in alternativa. E i giornalisti italiani, si sa, mica fanno domande.

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