mercoledì 13 luglio 2022

Tour


C’è un tour in ogni vacanza che si rispetti ed è quello riservato a chi, come me, s’alza all’alba, ottemperando il diktat del Maestro: “Salta in piedi, Sancho, è tardi, non vorrai dormire ancora,
Solo i cinici e i codardi non si svegliano all'aurora:
Per i primi è indifferenza e disprezzo dei valori
E per gli altri è riluttanza nei confronti dei doveri.” 
E allora m’immergo nel tour miniera di info e beltà che l’astro di fuoco affievolirà durante la canicola: prima tappa il giornalaio qui a Capalbio dentro ad un bar, con la signora assonnata che sulle prime resta sulle sue, per poi spiattellarmi nei giorni a venire mezze verità sul paese, sui suoi abitanti vacanzieri altolocati, radical chic per antonomasia, su quello tirato come una corda di violìno, su quello col tenore di vita altissimo “che chissà dove prende i soldi!” Il caffè lo presi la prima volta e fu un infausto incontro con un mix di salato e merda. Al bar della stazione invece, dove prendo le focacce per il giorno, la tazzina è deliziosa, la signora è già carburata a quell’ora e sembra una palla da flipper tanto è la velocità con cui soddisfa gli astanti. E per finire il tabacchino, un luogo ove pare esserci tutto, dalle penne agli occhiali, ai souvenir ingialliti dall’attesa e che mai, vista la bruttezza, lasceranno la bacheca, e poi un enorme accozzaglia di ninnoli che per superarli devi slalomare al meglio evitando di far cadere le pile, habitat per sonnacchiosi ragni. Il giovane proprietario dev’essere il recente vincitore del concorso “se ‘na sega!” frase che intercala in ogni modo ad ogni dialogo con gli avventori: “buongiorno!” - “se ‘na sega!” 
“Scusi ha i biglietti dell’autobus?” 
“se ‘na sega!” e via andare. 
Nel breve tragitto mi imbatto oramai da quattro giorni con un indigeno con licenza di sminuzzare ogni cosa con cui faccio delle brevi chiacchierate tipo “fa caldo oggi vero?” “E che caxxo me ne frega, ho il condizionatore!” oppure quella di stamani mentre prendevo un grattino - “che lo stai a pia? Nun se vince mai un caxxo, li prendevo anch’io una volta 5 euro, ‘n’altra 10! Ma vaffanculo va! Che pensi che lo stato ladro ti faccia vincere! Tu sei grullo!” 
E questa corvata, che ho cercato d‘attenuare con una mastodontica grattata di zebedei scatenante una foruncolosi, senza effetto, mi ha divertito tanto per come si possa interloquire con chiunque, basta averne voglia.

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