sabato 30 luglio 2022

L'Amaca

 

L’unico girone dell’inferno
DI MICHELE SERRA
Non c’è sunto più efficace della miseria umana, e pure della idiozia umana, del breve video nel quale si vede un prete ortodosso, di osservanza russa, che picchia con la croce un altro prete ortodosso,di osservanza ucraina.
L’efferata scenetta sembra architettata da una lobby di atei — ammesso che gli atei, la minoranza meno rappresentata al mondo, possano permettersi una lobby. Viene da ridere e viene da piangere, che sono le due sole forme di reazione umana di fronte al disumano, o al subumano.
La croce come corpo contundente è una parodia blasfema (fatta da un prete!) del sacrificio del Cristo, che secondo quanto è scritto non morì né per la Russia né per l’Ucraina, ma per l’intera umanità. “Russia” e “Ucraina”, al pari dei nomi di qualunque tribù al mondo, sono, al cospetto del cosmo, meno di niente. E trova conferma, vedendo la scena, l’idea che l’uso della religione come arma politica, dunque come arma impropria, sia uno di quelli storicamente più diffusi.
Vedi il commovente viaggio penitenziale del Papa tra i nativi americani: crocefissi pure loro dalla colonizzazione euro-cristiana.
La fede come strumento del potere locale è disgustosa, perché per sua natura dovrebbe, la fede, diffidare del particolare e alzare lo sguardo all’universale. Maledetti i preti che alzano la croce per benedire la Nazione, o per benedire i cannoni, pochi esseri umani sono più spregevoli di loro. Ogni guerra di aggressione ha avuto i suoi certificatori religiosi, pronti a garantire che ad armare gli eserciti fosse Dio in persona. Se esistesse l’inferno avrebbe un solo girone, e sarebbe il loro.

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