Meletta & Lettoni
di Marco Travaglio
I commenti desolati dei giornaloni sulla fine miseranda dei Migliori, spiaggiati persino sui balneari, somigliano terribilmente a quelli del Fatto. Del febbraio 2021 però, quando le Drag Queen assicuravano che quell’ammucchiata di partiti in rissa su tutto fuorché sulla cadrega avrebbe salvato l’Italia. Ovviamente sapevano anche loro che l’assembramento non avrebbe combinato nulla, paralizzato dai veti incrociati di tutti contro tutti. Ma speravano che salvasse i loro padroni dall’incubo dei “populisti” (i partiti popolari che hanno il brutto vizio di vincere le elezioni) pompando i 5Stelle buoni (Di Maio contro Conte), i leghisti buoni (Giorgetti contro Salvini), i forzisti buoni (i giannilettiani Brunetta e Gelmini contro i filoleghisti del Nano Magico), i pidini buoni (Letta jr. contro Zinga e Bettini), più i centrini renziani, calendiani ecc. Risultato: FdI primo partito; Pd inchiodato al 19-20%; Salvini al 16%; Conte in cima ai sondaggi dei leader con la Meloni, anche se il M5S paga cara la permanenza al governo; Iv scavalcata da Italexit e Calenda tallonato da una mistress.
Si era pensato di raddrizzare le gambe agli elettori imponendo Draghi come premier fino al 2028, ma poi s’è capito che è già un miracolo se arriva al 2023. Ora i trombettieri dell’Ancien Régime sono alla disperazione. Giocano e rigiocano a Risiko, muovono e rimuovono i carrarmatini, ma non riescono neppure a prendere la Kamchatka: gli manca sempre un 50% di elettori (quelli dei tre partiti “populisti”). E allora il trust di cervelli che va da Panebianco a Folli butta lì l’ultima ideona: un governo Meloni-Letta jr. Ex fascisti ed ex (molto ex) comunisti. Una roba rosa-nero, tipo la bandiera del Palermo. E, siccome tutti ridono, è già pronta la scusa: FdI e Pd sono “atlantisti” e “occidentali” perché armerebbero pure il Dalai Lama; gli altri sono “antiamericani” e dunque “putiniani” perché preferiscono il negoziato alla guerra per procura fino all’ultimo ucraino. Noi, a scanso di equivoci, siamo toto corde per il governo Lettoni o Meletta. Per tre motivi. 1) Non vediamo l’ora di ascoltare Enrico e Giorgia intonare Bella ciao il 25 aprile (in coro con i partigiani di Azov) e Giovinezza il 28 ottobre. 2) L’armonia fra i due darebbe finalmente alla luce i rispettivi punti programmatici: blocco navale anti-migranti nel Mediterraneo, arresto per chi affitta uteri, abolizione del reddito di cittadinanza, riforme del fisco, del catasto e della giustizia, liberalizzazioni a partire da balneari e tassisti, legge Zan (ne faranno almeno due) e Ius soli (almeno tre). 3) Se basta l’atlantismo per fare un’alleanza, troverà conferma ciò che i complottisti terrapiattisti novax sospettano da tempo: chi governa l’Italia non lo decidono gli italiani, ma gli americani.
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