Dopo aver goduto calcisticamente, ritorno su questa terra malandata proprio oggi, nel giorno in cui ricordiamo l'efferato eccidio mafioso del giudice Falcone, di sua moglie e della sua scorta.
Trent'anni passati quasi per nulla, visto che in Sicilia son tornati Cuffaro e Dell'Utri a far campagna elettorale a nome e per conto della nostra rovina nazionale che un tempo, almeno sino al 1994, pagava tangenti alla mafia di quel bastardo, per fortuna crepato, di Riina.
Il sacrificio di Falcone e di Borsellino ha ridestato le coscienze di molti, mentre dentro le tristi stanze del potere ancor oggi presumibilmente vivono come sanguisughe scellerati tramanti e sottomessi alla grande piovra mafiosa.
Lo riscrivo: voi pensate che la malavita organizzata che muove annualmente miliardi frutto di traffici illegali di droghe e di altre nefandezze, non sia in grado di annaffiare bastardi compiacenti dislocati nei gangli di potere?
Pensate che i ricavi immensi generanti morti e sofferenze non vengano lavati da potentissime strutture finanziarie (non le chiamo banche perché sarebbe oltraggioso verso quel termine un tempo sinonimo di agevolazione ed aiuto rivolto alla spina dorsale del paese che crede ancora nel lavoro)?
Credete che non continuino i loschi traffici alimentanti un potere politico immarcescibile.
Se credete ancora a tutto questo, il giudice Falcone, sua moglie e la sua scorta sono morti invano.
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