sabato 7 maggio 2022

L'Amaca

 

Quale delle due è la peggiore
DI MICHELE SERRA
Delle due tragiche piaghe recenti, la pandemia e la guerra, quella a noi fisicamente più prossima è la prima, che non ha frontiere, non è limitata a un solo luogo geografico, e ha colpito ovunque, casa per casa.
Il Covid, nella sua fase più mortifera, quella pre-vaccino, non era solo nei telegiornali, era addosso ai nostri corpi. L’esperienza diretta della morte in guerra, per noi italiani, rimane legata a pochi coraggiosi reporter, quella della morte per Covid di amici e parenti è toccata a milioni di persone.
Eppure, dopo quasi tre mesi di questo doppio scacco alla vita cosiddetta normale, e dopo tante discussioni, letture, riflessioni, quella che mi pesa di più, la più sconquassante, la più inaccettabile, è la seconda. Perché la guerra dipende, in tutto e per tutto, dall’uomo, che ne è l’artefice, la crea e la agisce, a volte ci si arricchisce. Mentre il virus è un pezzo di natura che ci disarciona, una particola a noi esterna che ci agguanta, come le pestilenze di ogni epoca. Possiamo odiarla ma non possiamo sentircene colpevoli, non siamo stati noi, per nostra volontà, a scatenarla.
La guerra invece sì. Ne portiamo per intero la colpa, parola, questa, che uso sempre malvolentieri perché odora di contrizione e di penitenza. Ma in questo caso non trova sostituti, la guerra è una scelta dell’uomo, sono uomini quelli che la vogliono e la infliggono, non abbiamo mezzo alibi che possa sollevarci. Noi siamo – tra altre cose, per fortuna – quella roba lì, quella scimmia crudele e spesso sadica. Sì, decisamente mi affligge e mi orripila assai di più la guerra, anche se non ho più l’età per il fronte, e invece sto arrivando velocemente a quella che mi qualifica paziente a rischio.

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