domenica 15 maggio 2022

Fontana Travagliato

 

Cognati d’Italia
di Marco Travaglio
Il teorema “È stato assolto, quindi non è successo niente”, già comico di per sé, diventa irresistibile nel caso di Attilio Fontana, sgovernatore leghista della Lombardia, portato in trionfo dopo il proscioglimento sullo scandalo dei camici del cognato. “Fontana prosciolto: niente favori sui camici. Un Calvario di due anni”, “Il fatto non sussiste ma la gogna sì” (Giornale). “Smontate le balle di sinistra e giornali” (Libero). “Scusate per la gogna” (Riformatorio). E giù botte a Report e al Fatto che avevano svelato lo scandalo, senza mai dire che i fatti – confermati, anzi aggravati dalle indagini, fossero un reato. Erano un’indecenza e lo rimangono. Dunque, un giorno Report rivela che la Regione presieduta da Fontana ha affidato brevi manu, senza gara, alla ditta di suo cognato e di sua moglie una fornitura da 513mila euro per 75mila camici, e 7mila set di calzari e cuffie medicali. Fontana giura di non averne saputo nulla, poi si smentisce e parla di “donazione gratuita”. Purtroppo però salta fuori il documento regionale della fornitura a titolo oneroso. Allora si parla di spiacevole svista degli uffici distratti, ma subito corretta in donazione (dopo che è scoppiato lo scandalo). Ma poi Fontana abbuona al cognato un terzo dei camici pattuiti (25 mila può tenerli e rivenderli) e gli rimborsa di tasca propria metà dei mancati introiti. Quindi sapeva che era una fornitura a pagamento.
Purtroppo il bonifico da 250mila euro al cognato parte da un conto svizzero, anzi non parte perché lo blocca l’antiriciclaggio, in quanto arriva da un conto svizzero: l’integerrima famiglia Fontana nascondeva illegalmente 5,3 milioni a Lugano. Da dove vengono? Da due trust alla Bahamas, frutto ovviamente dei risparmi della madre dentista e del padre impiegato della mutua a Varese. “Era una moda degli anni 70”, dice lui restando serio: i leggendari ponti aerei fra Varese e Nassau per dentisti e impiegati alla mutua ansiosi di pagare le tasse fino all’ultimo cent. Fontana assicura di aver sanato tutto nel 2015 con la voluntary disclosure, lo scudo fiscale di Renzi per far rientrare i capitali dall’estero. Ma non spiega perché i soldi sono rimasti a Lugano (né come han fatto a moltiplicarsi dal 1997, dopo la scomparsa della madre), amministrati da una fiduciaria. E meno male: la Svizzera non risponde alle rogatorie e i pm devono archiviare l’altra inchiesta per frode sullo scudo. Ce n’è abbastanza perché Salvini, B. e Meloni si congratulino con il campione di nepotismo (anzi cognatismo), conflitti d’interessi, conti svizzeri e bugie sciolte. Anche il falsario prescritto Sala esulta: “Questo aggiunge possibilità alla sua ricandidatura”. E Giorgetti gli fa gli “auguri per i prossimi cinque anni”. Giusto: diamogli un’altra chance.

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