sabato 30 aprile 2022

Opinabile e forte Amaca


 Il torpedone per il cielo

di Michele Serra

Se ci sarà la guerra nucleare, i russi andranno in Paradiso, dice la giornalista russa, tra altri patrioti, nel talk show patriottico. Lo dice come se fosse una cosa normale: perché normale, per i fanatici, è il fanatismo.

È lo stesso identico concetto che usano i jihadisti, farsi saltare in aria e uccidere altre persone è solo varcare una porta, quella che separa la nostra vita miserabile dal trionfo celeste. Cambia il Dio tirato in ballo, non la logica sacrificale. E soprattutto: non lo schifoso egoismo che spinge gli eletti, a qualunque club religioso siano iscritti, a trascinare nel loro martirio le vite degli altri, che magari avrebbero preferito continuare ad annaffiare i gerani e dare da mangiare alle galline. Perché nei gerani e nelle galline confidano per la salvezza del mondo, per la sua continuità.

Noi poveretti che non crediamo nell’aldilà, e ci teniamo cara la vita, forse rimarremo schiacciati, come moscerini, nel grandioso cozzo tra i soldatini di Dio. Tra le mille ragioni per rischiare qualcosa (aiutare gli altri, difendere la madre Terra, godersi la vita, amare qualcuno, combattere la tirannia), il vostro Dio, scusateci tanto, non è nella top ten. La sola idea di poter essere ammesso sullo stesso torpedone che trasporta in cielo il mullah paranoico, o la giornalista russa invasata, o il crociato assassino (Anders Breivik, per chi se lo fosse dimenticato), mi fa desiderare la scomparsa nel nulla come solo esito onorevole della mia vita.

Se Dio esistesse, fulminerebbe per primi i fanatici che lo nominano invano. Purtroppo non esiste, ed è per questo che dei fanatici siamo in balia.

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