venerdì 8 aprile 2022

L'Amaca

 

Quando il nemico è in soprannumero
di Michele Serra
Tra i documenti fondativi della nuova Nato mondiale, atlantica ma anche pacifica (dall’omonimo oceano), inserirei di straforo questo bigliettino, poco più di un post-it, sperando che venga preso come un consiglio partecipe, non come una considerazione ostile.
“Promemoria. Usa 325 milioni di abitanti.
Unione Europea 447 milioni. Gran Bretagna 67 milioni. Giappone 125 milioni. Corea del Sud 50 milioni. Australia e Nuova Zelanda 30 milioni. Totale 1064 milioni di terrestri partecipanti alla Nato allargata. Poiché la popolazione mondiale (con le esotiche Asia e Africa e la turbolenta America Latina) ammonta a otto miliardi circa, ne discende che ciò che chiamiamo “campo occidentale”, sia pure esteso ai nuovi partner orientali (l’Occidente non è un’espressione geografica) vale il 13 per cento del totale. Che fare degli altri sette miliardi di abitanti del pianeta, che sono l’87 per cento del genere umano? Come rapportarsi a loro? Che cosa raccontargli di noi? Tentare di fare amicizia, addirittura di “imparare l’uno dall’altro, con uno sforzo per ascoltarci” come disse Obama nel memorabile quanto inutile discorso del 2009 al Cairo? Oppure trattarli da zotici da civilizzare, con le buone o con le cattive? E in questo secondo caso, come ovviare alla evidente disparità di forze, un miliardo di “noi” contro sette miliardi di “loro”?
Post scriptum. Tra le letture di formazione del Personale Occidentale, che possano fortificarlo nel duro confronto con le popolazioni aliene, si suggeriscono tra gli altri Bertrand Russell, Claude Lévi-Strauss, Voltaire, Alexander Langer, Tiziano Terzani. Tipici esponenti del pensiero occidentale”.

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