domenica 6 febbraio 2022

L'Amaca

 

La privatizzazione della salute
di Michele Serra
Qui non decide lo Stato»: ecco il concetto-chiave della drammatica vicenda No Vax.
La frase è stata pronunciata in un asilo steineriano di Roma per spiegare ai genitori perché il personale (contagiato) non era vaccinato e non indossava la mascherina: perché «qui non decide lo Stato».
È il vero succo dello spirito No Vax, l’aspetto più rilevante e anche più interessante di una rivolta altrimenti inspiegabile; ed è, mi scuso per la semplificazione, un succo di destra.
Lo Stato, con le sue regole e le sue leggi, non solo non è infallibile, ma sarà sempre un’approssimazione maldestra. Eppure molte persone, tra le quali mi annovero, non saprebbero farne a meno. L’esempio classico è quello dell’educazione: tra la scuola pubblica, affidata allo Stato e uguale per tutti, e una scuola dove decidono i genitori, non ho esitazione a preferire la prima. La famiglia non è — no che non lo è — un insieme più rassicurante e lungimirante dello Stato. Prima di tutto perché non esiste (esistono le famiglie, ben diverse l’una dall’altra). Poi perché l’educazione statale è la sola mediazione accettabile tra volontà differenti, etiche differenti.
Lo stesso vale per la sanità pubblica, la giustizia, l’esercito, la protezione civile. Per tutto. Sono statalista, con tutti i distinguo del caso, ed è anche (non solo) per questo che mi considero di sinistra. Diffido della privatizzazione della salute e della scienza, penso che porti danni ben più gravi di quanti ne produca lo Stato.
Quanto al povero Steiner è morto quasi cento anni fa, nel 1925. Un secolo di scienza e di pensiero ci separano da lui. Quando disse che «il mondo politico non deve occuparsi della salute», la sanità pubblica non esisteva.
Citarlo oggi come testimonial No Vax non è gentile nei suoi confronti.

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