giovedì 6 gennaio 2022

Vergogne nazionali


Tamponi, l’indegna speculazione va fermata subito

DI SILVIA TRUZZI

Settanta. Ma anche novanta, centocinquanta. Perfino 172. Nell’orgia di numeri che da due anni ci fa girare la testa, la nuova cifra della vergogna è quella del costo dei test: la corsa al tampone molecolare, dato che i rapidi (lievitati a loro volta alla modica cifra di 15 euro) ha fatto salire i prezzi. L’obiezione che va per la maggiore tra i mercatari – la domanda fa il prezzo – vorremmo rispedirla al mittente con parole poco educate, che lasciamo all’immaginazione del lettore.

Se il governo ha deciso di calmierare il prezzo delle mascherine Fpp2 diventate obbligatorie per fare quasi tutto, il provvedimento che dovrebbe adottare subito (ed è già tardi) è calmierare il prezzo dei tamponi molecolari, oggetto di una speculazione disgustosa e immorale. Non c’è bisogno di ricordare che durante gli anni della pandemia le disuguaglianze sono aumentate, le famiglie si sono impoverite e che viste le condizioni attuali la negatività al Covid è requisito necessario per fare qualunque cosa: il tampone non è un capriccio, il sistema pubblico di tracciamento è andato in tilt e nessuno può permettersi le cifre assurde che abbiamo elencato all’inizio (soprattutto visto che non si tratta di un esborso una tantum, data l’esplosione di contagi che ci porta in continuazione a contatto con persone positive). E allora l’alternativa è restare chiusi in casa (e il lavoro?), svenarsi per il tampone o rischiare la salute propria e altrui.

Un paio di giorni fa, il presidente della Regione Toscana Giani ha annunciato un’ordinanza per “combattere e punire chi lucra sulla pelle delle persone” vendendo tamponi a prezzi “esorbitanti”. E che comminerà pure “una sanzione severa sia che la filiera del rincaro sia diretta che indiretta”. L’ordinanza prevede la perdita dell’accreditamento con la Regione per i laboratori che alzano i prezzi oltre una tariffa standard, anche se si appoggiano a intermediari per le prenotazioni. Il presidente Giani ha deciso dopo aver letto sul Tirreno la testimonianza di alcuni lettori che si sono visti proporre un tampone molecolare a 172 euro in un laboratorio di Firenze, dopo averlo prenotato online tramite il sito di una società milanese che fa da broker per alcuni centri di analisi in tutta Italia. Perché sì, ci sono anche i broker di tamponi: è il mercato bellezza. Gli spacciatori di questo servizio oggi essenziale si difendono sostenendo che è aumentato il costo del lavoro nei laboratori, vista la richiesta massiccia: e dunque gli straordinari li pagano i cittadini. Un manifesto di senso civico.

Tornando ai decisori, il governo dovrebbe prendere esempio dalla Regione Toscana, perché la pazienza dei cittadini si sta esaurendo. Vorremmo qui ricordare al presidente del Consiglio che le sue aspirazioni quirinalizie dovrebbero rafforzare il giuramento che ha fatto sulla Costituzione della Repubblica, che tutela la salute come “diritto fondamentale del cittadino”. La sanità pubblica è un vanto dell’Italia e mai come adesso è lo Stato a dover sostenere i cittadini, dopo due anni di indicibili sacrifici delle libertà personali, sofferenze psicologiche, economiche, sociali.

Non si diventa statisti con i complimenti dei giornali, ma pre-occupandosi del benessere della propria comunità: sarà bene che i migliori, i tecnici e i salvatori della patria si tolgano il completo da banchiere, impedendo ai mercati e alle le loro logiche, sane o perverse che siano, di strozzare un popolo già stremato. Non è una questione economica e forse nemmeno politica, è proprio una questione etica. Una democrazia degna di questo nome non si inginocchia davanti al dio denaro. Perché altrimenti i mercanti saranno sloggiati dal tempio a suon di contumelie. Altro che encomi a reti unificate.

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