venerdì 7 gennaio 2022

L'Amaca

 

Il bullo atomico
di Michele Serra
Il Salvini ha scoperto il nucleare, e manda in orbita tweet nei quali in due righe si scioglie ogni dilemma: il nucleare è “il futuro”, chi è contrario è “il passato”. È quel modo un po’ frescone, un po’ minaccioso, con il quale sui social si affrontano questioni sulle quali scienziati e filosofi si interrogano dall’alba dei secoli.
Tutti quei libroni polverosi, quelle relazioni accademiche, quegli studi di laboratorio, quelle sudate carte in base ai quali si formava il giudizio, sono roba vecchia. Se il Salvini decide che il nucleare è il futuro, è così e basta, almeno fino al prossimo tweet. Del resto ci è cresciuto in mezzo, a quel comunicare rudimentale, Twitter è il suo brodo, e dunque non si può pretendere, su questa e altre questioni, che si esprima come i presocratici, o incarichi un cenacolo di saggi di elaborare, per conto della Lega, un lunghissimo tweet, a puntate, che spieghi bene com’è la faccenda.
Quello che deve avere intuito, il Salvini, è che sul nucleare può buttarla in rissa, la sua modalità preferita, la sua cup of tea , direbbero gli inglesi. Tanto basta per attaccare briga a prescindere, prima ancora che suoni il gong.
Basta con le felpe, ora tocca all’amico atomo, amico dei capannoni e nemico della sinistra smidollata.
Bello, se ci pensate, è avere ancora la facoltà di scrivere su un giornale: io, a differenza del Salvini che è laureato a Chernobyl, non ho alcun titolo per poter dire se il nucleare di quarta generazione sia sicuro oppure no.
Conveniente oppure no. Prima che scoppi la rissa (e scoppierà, ve lo assicuro) è bello illudersi che se ne possa discutere, del nucleare, con le necessarie competenze, e a bassa voce. Ma non illudiamoci: non accadrà.

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