I morti e i vivi
di Mattia Feltri
Ogni tanto arrivano piccole strane ondate, l'ultima delle quali riguarda le virtù del Regno Unito nel contenimento del Covid senza nemmeno ricorrere a Green Pass o altre limitazioni della libertà. Ieri per l'intera giornata ho assistito all'elogio via social, anche di popolari analisti, del fruttuoso aplomb britannico davanti al virus. Forse ingannati dal numero dei morti di lunedì - quarantacinque, mentre da noi erano stati settanta - o da non so che altro, hanno issato alla gloria di un pomeriggio il governo di Londra, dove però non ignorano che la media di morti dell'ultima settimana è quasi di centocinquanta al giorno, e da noi meno della metà: settanta. Né sembravano convincenti i paralleli fra loro e noi, per il numero di abitanti e quello complessivo dei morti: sessantasei milioni a sessanta per 144 mila morti a 133 mila. Siamo pari: poco più di duemila morti per milione di abitante, noi giusto qualcuno in meno. Soltanto che in Italia avevamo avuto 74 mila morti nel 2020 (dovuti soprattutto al disastro lombardo d'inizio pandemia) e ne abbiamo avuti fin qui 59 mila nel 2021; il Regno Unito ne ha avuti 73 mila nel 2020 e 71 mila nel 2021: quest'anno dodicimila in più di noi. Se prendiamo in considerazione i dati dal primo di settembre, i morti per Covid sono stati da loro 10 mila 748 e da noi 3 mila 934. A che cosa è dovuta la differenza? Un po' dipenderà dal numero di vaccinati con due dosi: il 68.7 per cento da loro, il 73.7 per cento da noi. E un po' dipenderà dalle limitazioni come il Green Pass che loro non hanno e noi sì. Sono scelte, al Regno Unito sono costate 12 mila morti che da noi sono 12 mila vivi.
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