giovedì 2 settembre 2021

L'Amaca

 

Moriremo eleganti
di Michele Serra
Il vecchio Joe Biden, quando si trascina fino alle telecamere per dire che la guerra è finita (anche perduta: ma è un dettaglio troppo doloroso per dirlo), dimostra trecento anni. Sembra decrepito e afflitto, come l’Impero americano al crepuscolo.
Fa pena, ma anche un po’ rabbia. Perché accetta il peso di una fuga della quale lui è solamente l’esecutore. Fu Trump, nel febbraio 2020, per mano del suo segretario di Stato Mike Pompeo, a firmare, a Doha, la resa con i talebani. Sola condizione richiesta, l’incolumità degli americani in partenza.
Nessun’altra contropartita rilevante.
Perché Biden non lo dice, e si lascia svillaneggiare da Trump e dalla becera destra americana, che della fuga dall’Afghanistan, carte alla mano, sono gli artefici indiscussi?
Non riesco a capirlo. Leggo dotte analisi geopolitiche, imparo un sacco di cose, ma nessuno sa spiegarmi come sia possibile che il capo dei democratici si carichi sulle spalle questo peso senza cercare almeno di condividerlo con il capo dei repubblicani, che ne è stato il vero artefice, e oggi simula indignazione per le conseguenze di una sua decisione.
Forse la sola spiegazione possibile — direbbe un mister nelle interviste post-partita — è che la sinistra non ha le palle. E nel caso le abbia avute, molti campionati fa, le ha perse.
Signorile, educata, masochisticamente orgogliosa dei suoi dubbi, si lascia dire le peggiori cose praticamente senza reagire.
Mentre il suo avversario vomita insulti e spara frottole senza ombra di imbarazzo (più son cafone più son contento: potrebbe essere il mantra delle nuove destre), i dem sprigionano malinconia e pacatezza da ogni sospiro.
Moriremo eleganti.

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