Questo termine tedesco significa "esperimento mentale" ossia immaginare una situazione fisica, impossibile da realizzare in pratica, e nell'esplorale le conseguenze concettuali (da Inseguendo un raggio di luce di Amedeo Balbi).
Orbene, Gedankenexperiment dovrebbe consolarci, insufflarci sino alla salvezza, la smania di uscire da questa tremebonda "normalità" capace di tramutarci in batufoli di borotalco, incapaci di guidare noi stessi nella melma del quotidiano, di differenziarci dai "ghigioni" rimbambiti che sguazzano nel torbido propinatoci per non emergere.
Gedankenexperiment è la scintilla per rimetterci in moto in sinapsi, per comprendere che la gabbia mediatica è reale, subdola, diabolica, che ci costringe a consumare, a poltrire, ad assuefarci alla suddetta, anomala, "normalità"
Sediamoci con noi stessi e partiamo dal Gedankenexperiment per antonomasia, come lo stupendo libro di Balbi ci propone: se una ragazza vedesse due raggi laser sparati al centro di una carrozza di un treno in movimento, il ragionamento porterebbe a pensare che la velocità della luce si sommasse a quella del treno, il raggio emesso verso la direzione frontale sarebbe più veloce di quello sparato in coda.
Non è così.
Il grande Albert ci dice che la velocità della luce è la stessa ovunque, e non si somma a nulla. Rimane quella, sempre, in ogni condizione e, di conseguenza, l'ipotetica ragazza osservante i due raggi laser, ipoteticamente, vedrebbe arrivare più tardi quello sparato in avanti, perché la carrozza si muove e la distanza è maggiore di quello inviato verso la coda.
I due eventi per lei non sono simultanei.
Gedankenexperiment dunque, per allontanare i pesi ingombranti e mefitici della "normalità", per immergerci dentro al mistero, per crescere nel pensiero. Per riacquistare la libertà. E un'ultima cosa: chi guarda il Grande Fratello Vip è un Morisi! Tiè!
Nessun commento:
Posta un commento