mercoledì 25 agosto 2021

Grande don Giulio....sull'Amaca!

 

L’amaca
Guardando il mare
di Michele Serra
Nessuno possiede verità assolute, le religioni sono solo «acquisizioni provvisorie», la spiritualità ha forme differenti e tutte rispettabili. Lo dice il parroco di Bonassola, don Giulio, e un parroco così, se lo avessi incontrato da ragazzino, forse mi avrebbe aiutato a fare più velocemente il lungo giro che mi ha reso attivamente ateo già a quindici anni (in opposizione alla pazzesca fola della “verità rivelata”), poi indifferente, infine devoto e grato a terra e cielo perché a qualcuno, o a qualcosa, bisognerà pure indirizzare la propria preghiera quotidiana.
Sono i don Giulio (ce ne sono, immagino, in ogni religione, in ogni cultura) il rimedio alla barbarie integralista, quella talebana che è agli onori della cronaca, le altre che sono solo “in sonno”, dopo secoli di oppressione attivamente esercitata, e comunque progettano muri, persecuzioni, guerre, anatemi. È così facile: ovunque nel mondo ci sono esseri umani che pregano, perché cercano un legame profondo con il mondo e con la vita.
Su questo bisogno antico qualcuno ha costruito potere, esclusione, punizione.
Ne verremo fuori lungo i millenni, diventeremo più pietosi e più intelligenti oppure spariremo, è l’evoluzione.
Nel frattempo, siccome ci nutriamo anche di dettagli, mi colpisce che a dirla giusta sia proprio il parroco di Bonassola.
Bonassola è un posto così bello (così semplice, così assorto, così ligure ante-turismo) che non aveva nessun bisogno di avere un parroco così bravo.
Oppure, viceversa: è proprio nei posti come Bonassola che può nascere, guardando il mare, l’idea che religione non vuole dire dogma, vuol dire guardare il mare.

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