domenica 29 agosto 2021

Corsi e ricorsi

 


Leggere oggi, proprio oggi nel 1533, la storia dell'ultimo imperatore Inca Atahualpa, fa rabbrividire soprattuto alla luce degli ultimi eventi che attanagliano il mondo in questi giorni. Colonialismo cristiano lo chiamavano, venerando tutt'oggi i grandi eroi messaggeri, a loro modo, dell'annuncio evangelico. Guidati da Francisco Pizzarro, un centinaio di cosiddetti devoti e ferventi cattolici, armati di archibugi simboli di pace e proiezione delle "missioni umanitarie" di oggi, incontrarono l'imperatore Inca Atahualpa; tal padre Valverde consegnò all'imperatore il vangelo quale fonte di verità rivelata, ma l'imperatore, una volta rimiratolo, scaraventò a terra il libro, dando inizio ad una lotta impari col popolo Inca che subì in breve la disfatta.
Temendo di essere ucciso, Atahualpa promise a Pizzarro due stanze ricolme di oro e argento; Pizzarro in attesa del bottino, pare oltre 24 tonnellate di preziosi, mise agli arresti l'imperatore. Passarono due anni e il 18 giugno 1533 ebbe luogo la spartizione del favoloso bottino. Il 26 luglio dello stesso anno l'imperatore fu fatto uscire dalla sua cella e gli fu promesso che, se avesse abbracciato la fede cristiana, non una goccia del suo sangue sarebbe stata versata. L'imperatore accettò e divenne cristiano.
Il grande uomo di fede e conquiste Pizzarro mantenne la promessa: Atahualpa infatti venne strozzato mediante la garrota.

Nessun commento:

Posta un commento