venerdì 2 luglio 2021

Boom Selvaggia!

 

Quota rosa o rossa? Concita è più “ologramma” di Zinga
di Selvaggia Lucarelli
C’era molto, forse troppo fermento a destra per il debutto di Concita De Gregorio alla conduzione di In Onda con David Parenzo. Chi era convinto che la sua presenza fosse un modo per strizzare l’occhio alle quote rosa, chi era convinto che fosse un modo per annaffiare le quote rosse, alla fine possono stare tutti tranquilli. Per ora l’unica quota rosa è rappresentata, appunto, dalla De Gregorio.
Per ora l’unica quota rosa è rappresentata, appunto, dalla De Gregorio che nelle prime tre puntate ha invitato solo uomini (Fico, Salvini, De Bortoli, Floris) e riguardo le quote rosse, be’, con Salvini ospite non abbiamo visto una gatta più morta di lei neanche dopo un giro di polpette avvelenate in una colonia felina. Insomma, l’unica quota che rappresenta la De Gregorio è, televisivamente parlando, la quota Palombelli: sguardo fisso in camera che sembra però mirare un punto indefinito nello spazio e nel tempo o, in alternativa, un Poltergeist. È quello sguardo che sa di inconscio collettivo, ovvero c’è dentro tutto, dal brodo primordiale all’energia nucleare, dall’Unità ai Parioli, ma alla fine non sai più bene cosa. E c’è quella flemma alla Palombelli un po’ composta e un po’ conturbante, quelle parole lente, trascinate come note vocali che però puoi ascoltare a una velocità inferiore, una roba che dopo 5 minuti di In Onda ti chiedi perché. Perché dopo tanta fatica deve arrivare questa specie di variante Delta di Otto e mezzo.
E ci si ritrova a provare empatia per Parenzo che, dopo la milionesima stagione con Cruciani, meriterebbe una medaglia al valore militare e invece gli mollano pure Concita. Io l’avevo già capito dallo spot che buttava male. Parenzo e Concita: “Concita arriverà la quarta ondata?”. “Chissà. Ma poi da dove arrivano queste ondate?”. “Concita l’Italia riparte!”. “Mah, qualcuno sì qualcuno no!”. Roba che dopo questo spot più che di vederli in tv veniva voglia di farsi una tripla dose di AstraZeneca.
La puntata con Salvini unico ospite in collegamento è, direi, emblematica della situazione: David Parenzo replica, controbatte con vivacità. La De Gregorio, al cospetto di Salvini, può essere efficacemente descritta citando un’abile penna: la sua. Quello che scrisse dell’ex segretario del Pd Zingaretti è perfettamente attribuibile a lei, in versione In Onda: “È gentilissima, va detto. Leale, tanto una brava persona. E però ogni volta che inciampa esita, traccheggia, lascia dietro di sé l’eco malinconica di un vuoto. Come un ologramma, sorride e svanisce”. Nello specifico, Salvini appare in collegamento e inizia subito la sua retorica cristiana augurando a tutti un “Buon San Pietro e Paolo”. La De Gregorio esulta: “Io ne ho tantissimi in famiglia!”. Che uno non capisce se parli di santi o altro, fatto sta che incalza Parenzo: “Tu ne hai di Pietro e Paolo?”. E lui: “Io come sai sono di religione ebraica”. E questo è stato il segmento dialettico della puntata.
Passiamo a Salvini. Matteo Salvini, al cospetto di Concita, riesce a dire del tutto indisturbato che: “Io e Prodi abbiamo idee diverse, ma è bello confrontarsi in modo civile, non sopporto la violenza!”. Cioè, Salvini veste il lenzuolo bianco di Gandhi e nessuno replica. La Gruber con la sola forza dell’incazzatura avrebbe aperto un portale sullo schermo. Poi: “Lei è un po’ come Conte rispetto… rispetto a Bossi.. cioè… quel che Conte è rispetto a Salvini… cioè lei è rispetto a Bossi quel che Conte è rispetto a Grillo?”. Parenzo trattiene l’ilarità, la sua cravatta, per la mancata espettorazione di ilarità, va in autocombustione.
Arriva la domanda ficcante: “Stare fuori dal governo ha fatto avanzare la Meloni?”. “Io non sto a guardare i sondaggi”. La cravatta di Parenzo emette radiazioni ionizzanti. Poi: “Sì, è un governo un po’ strano ma dopo 130mila morti dovevamo prenderci la nostra responsabilità”. Come no, quella dei tour senza mascherine. Concita è ologramma. “Il reddito di cittadinanza è un ostacolo al lavoro!”. Ologramma. “Landini se non attacca il governo ha esaurito la sua funzione!”. Ologramma. “La disabilità è una cosa di cui si parla troppo poco!”. Il giorno dopo Salvini esprimeva solidarietà alle guardie carcerarie che avevano preso a manganellate un detenuto sulla sedia a rotelle. Ma questo Concita non poteva prevederlo. Poi gli viene chiesto del ddl Zan e “Io non voglio sostenere che l’utero in affitto va bene!”. E qui, davvero uno si aspetta che almeno non gli venga permesso di dire falsità, visto che è questione estranea al ddl Zan. Ologramma. Salvini mostra con sdegno la foto di un ragazzo al Gay Pride vestito da Gesù con i tacchi, interviene Parenzo: “Io da cronista venivo a Pontida, è come dire che quelli che da voi giravano con le corna sono la Lega”. Si passa ai porti chiusi: “Secondo lei i porti chiusi sono ancora l’atteggiamento DIFENSIVO giusto?”. Su quel “difensivo” della De Gregorio Freud avrebbe ricalibrato il concetto di “inconscio”. “Con me i bambini morti annegati nel Mediterraneo si erano dimezzati, perché non partivano!”. Certo, morivano a casa loro. Niente, ologramma. Poi si torna sulle migrazioni e Concita esprime un timido dissenso: “Anche i nostri nonni andavano altrove a cercare lavoro e sopravvivenza!”. Salvini allora si lancia in una accurata analisi storica: “Sì, ma non andavano a fare casino!”. “Parenzo: “La malavita la portavamo anche noi in America!”. La De Gregorio: “È come dire che se nasci in una famiglia pachistana chissà come diventi, anche la presidente dell’authority americana è una ragazza pachistana.. da immigrato puoi diventare Obama”. L’integrazione secondo Concita: o sei lo zio di Saman o sei Obama, quindi.
Insomma. Temevamo la quarta ondata. È arrivato In Onda con Concita.

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