Ieri sera ho rivisto il Presidente Conte, finalmente, intervistato da Floris con il vampiro Sallusti neo direttore di Libero -sai che culo! - impegnato ad innervosirlo, probabilmente per invidia perché un uomo libero rende un garzone molto suscettibile. Ho gustato della fermezza, della cultura democratica, del senso di appartenenza dell'ex Premier, in forma smagliante con la sua progettualità atta a riportare nella devastata politica nostrana, quell'effervescenza basilare per tener lontani cazzari e fascisti dal potere.
Strideva molto quella minuziosità con cui gli astanti tentavano di ridimensionarlo, col pusillanime di Libero intento a parlar di giustizia, con che coraggio dopo aver retto la sottana per decenni ad un pluri inquisito in odor di mafia! Le domandine attorno ai rimborsi, alle due legislature quale termine della vita politica del pentastellato tipico, l'insistenza su come l'egregio tenterà di porre fine ai dissapori interni, alle lotte a parer loro fratricide e così andare, come se attorno al movimento da rifondare, coesistessero formazioni politiche serie, determinate, non dedite agli affaracci e, sopratutto, infarcite di dignità.
Ma il Premier migliore degli ultimi secoli ha tenuto botta, illustrando semplicemente la possibilità che possa esistere anche nella nostra nazione un modo nuovo di far politica, sempre promesso da tutti nelle tremebonde campagne elettorali e mai messo in pratica: al servizio dei cittadini, per la ricerca di un benessere sociale generale azzerante le malefiche e mefitiche disparità socioeconomiche.
Bentornato Presidente!
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